Guida ai consumi ittici
Sempre più spesso si sente parlare di consumo critico e scelta consapevole, per non dire poi dei termini “crisi degli stock” e così via.
In poche parole ci viene detto che, consumando consapevolmente, si può piano piano ridurre la crisi di molte risorse alimentari, prima fra tutte gli stock ittici. Che si pesca troppo e con tecniche che spesso rovinano i fondali marini, lo sappiamo tutti, ma cosa deve fare ciascuno di noi per “non creare” un ulteriore danno all’ambiente? Greenpeace ha risposto a questa domanda mettendo online la “guida ai consumi ittici” scaricabile dal link www.greenpeace.org/italy/ Il principio alla base della guida è “Evitare il peggio, sostenere il meglio e cambiare il resto”.
Evitare il peggio, vuol dire che ci sono prodotti che non devono essere assolutamente consumati. Greenpeace ha evidenziato gli aspetti non sostenibili in alcune attività di pesca e di acquacultura, ed ha quindi sviluppato una lista, tutta italiana, di pesci che non devono essere comprati dal consumatore. In particolare sono 5 le specie ittiche inserite nella lista rossa e quindi da evitare: tonno pinna gialla, tonno rosso, pesce spada, merluzzo (baccalà o stoccafisso) e gamberoni tropicali.
La regola base che viene data al consumatore è quella di informarsi, leggendo bene i cartelli che obbligatoriamente devono essere esposti dal commerciante e facendo domande al pescatore o al venditore. Ecco infine le linee guida stilate da Greenpeace per un consumo responsabile:
1. Chiedere sempre informazioni sul prodotto (es. se proviene da strascico o pesca artigianale)
2. Orientarsi sul pesce azzurro (alici, sardine, sgombri) e sulle cozze (debitamente certificate per la stabulazione)
3. Evitare sempre pesce sotto taglia
4. Per orate e spigole di acquicoltura preferire i prodotti italiani (costano di più ma la qualità è superiore e, di solito, gli impatti inferiori).
LINKS:
www.greenpeace.org/italy/news/
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