Lo squalo di Malpelo
Quanti animali devono essere ancora scoperti? Ambienti inesplorati, strane forme, creature che vivono ancora nell’ombra… praticamente il sogno di ogni ricercatore.
Chissà cosa si prova a trovarsi davanti ad un essere sconosciuto?
Bisognerebbe chiederlo a Sandra Bessudo, ricercatrice del Malpelo Foundation (hwww.fundacionmalpelo.org). Mentre era immersa nelle acque del Santuario marino di Malpelo, la ricercatrice vide apparire un inusuale, strano ed enorme animale che non riuscì bene ad identificare.
Era il 1998 e Sandra vide per la prima volta i “suoi” Ondontaspis ferox, meglio conosciuti in italiano come “cagnaccio” o squalo toro di profondità.
Da quel giorno Sandra ed il suo team misero sotto la lente d’ingrandimento il “nuovo” squalo e le sue abitudini di vita.
Grazie ad un’operazione di TAG e di biopsia, per l’analisi del DNA, effettuate a ben 78 metri di profondità, venne alla luce il lato “timido” del cagnaccio: si tratta, infatti, di uno squalo che preferisce le profondità marine ma che ogni tanto decide di fare un salto nel acque più costiere.
I ricercatori sono riusciti a dimostrare un comportamento unico se non raro nel mondo animale: gli squali toro di profondità riescono infatti ad immergersi sino a 2000 metri di profondità per poi tornare a 16 metri nello stesso giorno.
Certo le scoperte scientifiche tolgono un velo di mistero a questi animali, ma, anche in questo caso, un interrogativo è rimasto: “dove vanno questi squali quando di loro si perde traccia?” (e già perché inspiegabilmente riescono a “scomparire” da Malpelo per diverse settimane…).
Da scienziata non vedo l’ora di scoprirlo ma da bambina… beh… spero che rimanga un mistero… Il mistero dello squalo di Malpelo…
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