Quando un naturalista-produttore della BBC (David Attenborough) e un professore di biologia dell’evoluzione (Richard Dawkins) s’interrogano sui grandi dilemmi della vita gli spunti di riflessione e le risposte sorprendenti non mancano. Così, mentre scopriamo che ciò che fa di uno scienziato una persona degna di ammirazione è la sua umanità e che anche i grandi ricercatori perdono il sonno se hanno qualche problema di lavoro, ci rendiamo conto che entrambi concordano sul fatto che l’unico concetto scientifico che ogni uomo dovrebbe far proprio è l’evoluzione e conseguentemente l’unicità della vita. Dalla loro intervista impariamo che ci si può scoprire naturalisti a 8 anni quando ci si chiede come può un bruco trasformarsi in una farfalla ma anche a 20 quando si inizia a capire il legame imprescindibile tra filosofia e scienza.
Viviamo in un secolo fantastico per le scoperte scientifiche ma ci poniamo ancora e sempre la stessa domanda: Quanto in là possiamo andare per preservare la vita umana?
About The Author

Barbara Dalla Bona
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani.
Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale.
La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge.
Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale.
La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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