Grazie al ritrovamento di tre impronte di dinosauro nella galleria del Monte Buso (Trento) i paleontologi sono in grado, oggi, di ridisegnare la mappa giurassica dell’intera area.
Sin ora, infatti, si credeva che 200 milioni di anni fa l’intera regione fosse sommersa dalle acque ma il rinvenimento delle impronte tridattile, appartenenti a due Dilofosauro (rettili lunghi sette metri) ha messo in discussione le vecchie teorie.
Marco Avanzini, responsabile della sezione di geologia del Museo di Scienze Naturali di Trento è stato il primo a individuare e identificare le orme.
Si ha la certezza che gli animali pascolassero in un ambiente pianeggiante non umido (una vera a propria pianura) e che i loro tratti fossero distintamente europei. Le poco rassicuranti impronte, infatti, sarebbero molto simili a quelle ritrovate in Polonia, Francia e Scandinavia e ciò porterebbe a credere che la “piattaforma di Trento” non appartenesse all’Africa, come sempre creduto, bensì all’Eurasia.
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani.
Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale.
La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge.
Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale.
La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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