Anche gli insetti si travestono
L’immensa classe degli insetti ci ha sempre stupito per la sua varietà di forme e colori. Se per l’occhio di un osservatore inesperto questa sfilata variopinta non può far altro che incuriosire e divertire per molti entomologi è stata l’oggetto di studio e dibattiti nel corso del tempo. In particolare, la cosa che ha impegnato maggiormente i naturalisti, era la necessità di scoprire l’origine evolutiva di questi travestimenti.
Se prendiamo come esempio dei piccoli insetti simili alle cicale (emitteri della famiglia delle Membracidae) notiamo una varietà infinita di strutture simili a copricapi che a seconda della specie hanno funzione diversa; alcuni li fanno somigliare a delle spine altri a temibili formiche combattenti oppure innocui escrementi di altri animali. Tutti questi travestimenti, in un modo o nell’altro, hanno attribuito un vantaggio evolutivo agli individui che ne erano provvisti permettendo la loro sopravvivenza e la diffusione della caratteristica fisica posseduta.
Fino a qualche tempo fa si pensava che queste strutture derivassero dalla modificazione del segmento cefalico della porzione anteriore del dorso (la testa, per intenderci) ma oggi sappiamo che non è così. Gli insetti attuali hanno due paia di ali ma alcuni fossili hanno dimostrato che non molto tempo fa ne possedevano tre. Se in passato si è pensato che l’evoluzione di questo paio di ali fosse stato nel tempo geneticamente inibito, adesso, possiamo affermare che, al contrario, è stato fortemente sviluppato!
La varietà dei travestimenti di cui siamo testimoni, quindi, deriva da mutazioni avvenute nell’evoluzione delle ali ancestrali che nel corso del tempo hanno perso completamente la loro funzione. Da questo punto di vista, quando un organo si libera della sua finalità primaria ha la possibilità di evolversi in tutte le forme possibili. Questa teoria è oggi avvallata da studi genetici che confermano l’esistenza di geni importanti definiti geni architetto; le mutazioni che lì avvengono possono comportare grandi cambiamenti nella forma dell’animale anche in pochissime generazioni.
Le conclusioni raggiunte ci permettono di studiare in maniera molto più accurata la biodiversità della classe e di focalizzare meglio le ricerche future. Oggi sappiamo che gli insetti sono un po’ più liberi di esprimere tutta la loro fantasia come in una vera sfilata di carnevale ma l’unico e indiscutibile giudice, colei che deciderà la loro sopravvivenza o la loro estinzione resta sempre la selezione naturale.
Links:
- http://www.nature.com/nature/journal/v473/n7345/full/nature09977.html
- Boncinelli E., 2011. Insetti con l’elmetto. Le Scienze. Luglio 2011
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