Fiorisce una silene preistorica
Ricordate quando abbiamo parlato della barca di Noè, l’immensa banca dei semi situata tra i ghiacci artici? Mi spiace dirlo ma la natura, come al solito, ne aveva già una tutta sua. Il suo nome è permafrost ed è quella parte della superficie terrestre costantemente congelata. Come nelle banche create dall’uomo, in particolari condizioni di temperatura e umidità, è possibile che alcuni semi si possano conservare vitali per tantissimo tempo. Significa che, a distanza di dieci, cento o mille anni, un piccolo semino, potrà svegliarsi dal suo stato di quiescenza (il letargo delle specie vegetali, per intenderci) e portare a termine il suo scopo principale: germogliare per dare vita a una nuova pianta.
Già in passato ricercatori di tutto il mondo si erano imbattuti in semi antichi e, in molti casi, grazie a particolari trattamenti di laboratorio, erano stati in grado di risvegliarli per dare nuova vita a specie vegetali antichissime e a volte già estinte. Sino a ieri il seme più anziano in grado di germogliare apparteneva a una pianta da dattero, aveva 2000 anni e proveniva dalla fortezza di Masada in Medio Oriente. Sembra incredibile ma il seme che ha generato la piantina in questione è molto più antico: Silene stenophylla è un fragile fiorellino che viene direttamente dalla preistoria.
Tutto ha inizio migliaia di anni fa (precisamente tra i 28000 e i 32000 anni fa) quando uno scoiattolo nasconde nel suo rifugio questo seme, insieme con altri semi, erba e peli di animali. La tana è stata poi abbandonata e, col tempo, sepolta sotto 30 metri di permafrost. I semi sono rimasti sotterrati per millenni finché un gruppo di ricercatori non li ha portati di nuovo alla luce.
L’area del ritrovamento si trova in Siberia lungo il fiume Kolyma, un sito conosciuto dai paleontologi di tutto il mondo per il grande numero di resti di mammut. Nell’area sono state rinvenute anche una settantina di tane di roditori, in un terreno perennemente ghiacciato.
Fino all’ultimo i ricercatori della Russian Academy of Sciences non sapevano se sarebbero mai riusciti a dare nuova vita a un seme congelato da decine di migliaia di anni, ma non si sono scoraggiati, e utilizzando complesse tecniche di scongelamento, prelevando la placenta e clonandone il DNA hanno raggiunto finalmente il loro obiettivo. Fortunatamente, il patrimonio genetico della pianta si era conservato intatto e la Silene è nata ed è pure fiorita, come se non fosse passato che un giorno dal momento in cui uno scoiattolo preistorico la raccolse e la nascose nella sua tana.
Questa scoperta apre nuovi e interessanti scenari; il permafrost è localizzato in prossimità dei poli e in tutte le zone alpine. Si ritiene che sia presente nel 20% delle terre emerse; riuscite a immaginare quale biodiversità si possa celare in forma di minuscoli semi tra questi suoli?
Link:
http://russiaoggi.it/articles/2012/02/22/resuscita_una_pianta_di_30mila_anni_fa_14844.html
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