Che squalo di antenato!

squalo-antenato300 milioni di anni fa viveva nelle profondità dei nostri oceani l’ultimo antenato comune agli esseri umani e ai pesci; il suo nome è Acanthodes bronni. In quel periodo ebbe inizio la separazione di quella parte dei vertebrati che avrebbero poi conquistato la terra (i tetrapodi) e di un altro gruppo che, invece, avrebbe dato origine ai pesci moderni.

Prima che questi due gruppi prendessero strade distinte, però, tutti gli gnatostomi, cioè i vertebrati dotati di mascelle, pare, somigliassero molto ai moderni squali.  Lo ha stabilito uno studio condotto sulla scatola cranica di un fossile di A. bronni risalente a 290 milioni di anni fa, fossile che aveva a lungo lasciato perplessi i paleontologi.

Il lavoro di Michael Coates, dell’Università di Chicago, è stato pubblicato la scorsa settimana su Nature. Le analisi del misterioso pesce del Paleozoico hanno permesso di definire meglio i rapporti di parentela tra i pesci cartilaginei (e quindi gli squali) e i pesci ossei (i pesci cosiddetti moderni). “Il nostro lavoro – ha dichiarato Michael – suggerisce che erano i primi pesci ossei a somigliare agli squali, e non viceversa”, cioè che i cambiamenti nella struttura del cranio dei vertebrati si sono verificati non solo prima della comparsa delle mascelle, ma anche dopo.

Il gruppo degli gnatostomi comprende decine di migliaia di specie di vertebrati viventi, che vanno dai pesci ai mammiferi. I pesci cartilaginei, che oggi includono solo squali e razze, si sono separati dai pesci ossei più di 420 milioni di anni fa ma sin ora non si sapeva nulla dell’aspetto degli antenati comuni.

Per la prima volta in assoluto, invece che studiare solo denti e pinne, gli scienziati sono riusciti a fare un modello in lattice dell’interno e dell’esterno del cranio e la sua analisi ha dato nuove e importanti informazioni sulla nostra stessa evoluzione. Questo campione è stato quindi scansionato e messo in relazioni con le immagini tomografiche di crani fossili di antichi squali.
Prendendo in considerazione ben 100 caratteristiche morfologiche, l’analisi ha mostrato una fortissima somiglianza tra il campione in esame e gli squali antichi; una somiglianza tale da rendere molto difficile collocare questo gruppo nella storia evolutiva dei vertebrati.

Questo studio mette ancora più in evidenza come l’evoluzione spinga in maniera difforme gli esseri viventi; agendo debolmente ha permesso a forme antiche come quelle degli squali di arrivare quasi inalterate ai nostri giorni mentre è stata decisiva nello stravolgere l’anatomia di un pesce che in 300 milioni di anni si è trasformato in un uomo.

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