L’afide che si crede un pisello
Acyrthosiphon pisum, meglio conosciuto come afidone verdastro del pisello, nell’ultima settimana è diventato una celebrità grazie a una sua straordinaria caratteristica. Benché si tratti di un’insignificante insettino, nemico di chiunque possieda un orto, si è scoperto essere l’unico animale al mondo in grado di sfruttare le radiazioni solari per produrre energia.
La capacità di utilizzare la luce per creare energia e utilizzarla per le funzioni vitali è diffusa in tutto il regno vegetale ed è, in pratica, ciò che avviene nella fotosintesi. Sin ora, però, non si era osservato nulla di simile nel mondo animale.
La chiave del processo sono i carotenoidi, pigmenti rossastri utili agli animali per diverse funzioni, dalla crescita delle ossa alla produzione di vitamine. Gli animali, però, non sono in grado di produrli da soli per cui devono procurarsene tramite l’alimentazione, proprio come quando la nonna vi suggerisce di fare merenda con una carota per sviluppare una vista da falco. Già un paio di anni fa i ricercatori Nancy Moran e Tyler Jarvik dell’Università dell’Arizona, avevano scoperto che questa specie di afidi era invece in grado di prodursi i propri carotenoidi. “Molto probabilmente – spiegava Nancy – un gene di un fungo è entrato a far parte del patrimonio genetico di un afide”. In natura il trasferimento di geni tra microorganismi avviene di frequente ma che questi geni si attivino e dirigano dei processi intracellulari, è raro e ha quasi dello straordinario.
L’entomologo Alain Robichon, del Sophia Agrobiotech in Francia, ha quindi cercato di capire perché venissero prodotte delle sostanze tanto energeticamente costose e ha voluto studiare gli insetti in diverse condizioni ambientali.
Aveva notato che gli afidi cambiavano colore secondo l’ambiente in cui si trovavano. In ambienti ottimali (per nutrimento e quantità di radiazione solare) gli afidi producevano una media quantità di carotenoidi e apparivano arancioni; in ambienti freddi ne producevano in alte concentrazioni ma i loro corpi erano verdi. In ambienti caratterizzati da risorse limitate, invece, gli afidi erano quasi privi di pigmento e si mostravano bianchi.
Per capire in che modo questi pigmenti influissero sul metabolismo degli insetti, Alain Robichon, ha misurato i livelli di ATP negli afidi dei tre colori. L’ATP è molto importante perché è la molecola dalla quale si ricava energia all’interno delle cellule per portare a termine i processi cellulari (in pratica, la zolletta di zucchero delle cellule). L’entomologo ha scoperto che gli afidi verdi possedevano più ATP di quelli bianchi e che la concentrazione di ATP negli afidi arancioni esposti alla luce era maggiore rispetto a quella presente negli afidi tenuti in ambienti bui.
Quest’osservazione, insieme con altre analisi di laboratorio ci suggerisce che proprio questi pigmenti permettono agli insetti di ricavare energia direttamente dal sole.
Il lavoro appena pubblicato su Nature ha attirato l’attenzione di tutta la comunità scientifica perché, sebbene saranno necessarie altre ricerche, siamo quasi sicuramente alla presenza del primo animale al mondo che, causa mutazione, è in grado di sfruttare la fotosintesi. Magari non come principale fonte di energia ma come “motore ausiliario” nei momenti di stress ambientale.
Link:
- http://www.wired.com/wiredscience/2012/08/green-aphid-photosynthesis/
- http://uanews.org/node/31686
- http://www.nature.com/news/photosynthesis-like-process-found-in-insects-1.11214
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