Vi presento Lesula, nuova specie di scimmia africana

E’ stato individuato dai ricercatori il primo esemplare della Lukuru Wildlife Research Foundation nel 2007 presso la casa di un insegnante nella città di Opala nella Repubblica Democratica del Congo. Era una giovane femmina acquistata pochi mesi prima da un cacciatore; anche se molto simile alle altre scimmie dalla faccia da gufo, la sua colorazione differiva da quella di qualunque altra specie sino allora conosciuta.

Sono, quindi, partite le ricerche sia a Opala sia nella zona di Yawende e ne sono state trovate altre due in cattività: una giovane femmina e un maschio. Nel dicembre 2007 i Cercopithecus  lomamiensis sono stati osservati per la prima volta dai ricercatori anche allo stato selvatico, nella zona di Obenge, dove la specie è ben conosciuta dai cacciatori locali. Sin ora ne sono stati studiati 48 esemplari e i risultati della ricerca sono stati appena pubblicati su Plos online.

L’identikit della specie è presto fatto: alta circa 50 cm, si presenta piuttosto magra e slanciata e ha un carattere tranquillo e schivo. Il volto è circondato da una criniera di lunghi peli biondi o marroni che le conferiscono delle impressionanti sembianze umane. I maschi adulti pesano 4,0 – 7,1 kg mentre le femmine, più piccole, solo 3,5 – 4,0 kg.

La nuova scimmia è un membro della tribù dei Cercopithecini, in cui i cercopitechi rappresentano il gruppo con più specie. I cercopitechi sono endemici sub-sahariani e occupano una serie di habitat dalle savane alle foreste. La più alta diversità di cercopitechi si ha nelle foreste in Africa centrale e occidentale, dove le specie utilizzano le molte nicchie create dai vari livelli della vegetazione (dal suolo fino alle fronde più alte degli alberi) e da una dieta molto flessibile che include una vasta varietà di foglie, frutta e insetti.

Il nome scientifico dato alla specie fa riferimento al fiume Lomami che segna il confine orientale del suo areale. A quanto pare la distribuzione del C. lomamiensis è limitata a 17000 km2 di foreste a un’altitudine compresa tra i 400 e i 715 m.

Questa scoperta aggiunge una nuova specie al genere di cui C.hamlyni era l’unico rappresentante e ci permette di comprendere meglio questo gruppo di scimmie semi terrestri. Le barriere geografiche e comportamentali sono state fondamentali per la separazione delle due specie e la scoperta del C. lomamiensis rende evidente l’importanza della conservazione della regione interfluviale definita dal corso superiore del fiume Tshuapa fino al bacino del Lomami. E’ stato scoperto che, oltre al C. lomamiensis, la regione ospita un’elevata diversità di primati antropoidi; sono endemiche dell’area altre tre specie: il Colobo rosso del fiume Lomami (Procolobus badius parmentieri); la scimmia blu del fiume Lomami (Cercopithecus mitis heymansi), e la scimmia Kasuku del fiume Wolf (Cercopithecus elegans wolfi).

Aver trovato un primate finora sconosciuto in quest’area della foresta pluviale congolese, nel XXI secolo, significa che abbiamo ancora molto da imparare. La scoperta può contribuire a far conoscere e a tutelare questo ecosistema così incredibilmente diversificato” ha detto Detwiler, membro del team di ricerca, in un comunicato della Florida Atlantic University (FAU).

Fortunatamente, a differenza di altri mammiferi scoperti recentemente in Africa, la lesula non sembra a rischio immediato di estinzione. Probabilmente è rimasta così a lungo sconosciuta alla scienza perché il suo areale non è stato biologicamente ben esplorato fino a poco tempo fa. L’area è lontana dall’espansione umana e, per fortuna, non si conosce l’esistenza di concessioni minerarie o forestali che la interesserebbero. La caccia rappresenta l’unica minaccia immediata e sembrerebbe stia già portando a una diminuzione delle popolazioni.

“Oggi la vera sfida della tutela ambientale in Congo è la capacità di intervenire prima che eventuali perdite di specie diventino definitive”, dicono John e Terese Hart della Lukuru Foundation. “Specie che dispongono di areali limitati, come appunto la lesula, possono passare nel giro di pochi anni dall’essere considerate vulnerabili a gravemente minacciate di estinzione”.

I biologi ritengono che la foresta, in gran parte inesplorata, possa ospitare altre specie non ancora identificate. Uno dei partecipanti allo studio, l’antropologo Andrew Burrell, del Center for the study of human origins della New York University conclude “Questa scoperta potrebbe essere solo la prima. Recenti studi hanno dimostrato che la foresta ospita anche okapi, bonobo ed elefanti, nonché 10 altre specie o sottospecie di primati.”

La conservazione di C. lomamiensis richiede urgentemente controlli sulla caccia insieme alla creazione di una zona protetta. Un’area centrale di 9000 km2 che potrebbe diventare il Parco Nazionale Lomami. L’area proposta, insieme con l’attuale Réserve Naturelle de Sankuru, coprirà gran parte del territorio del nuovo cercopiteco. Sarà necessario, però, non solo sospendere la caccia nell’area che diventerà parco nazionale ma anche nei territori circostanti che le fanno da cuscinetto.;

I ricercatori sono ottimisti; c’è una buona partecipazione delle popolazioni locali e la speranza che il futuro Parco sarà la prima area protetta a livello nazionale a essere istituita consultando le comunità locali fin dall’inizio.

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