Un’esistenza al limite…idraulico!

Da pochi giorni è online sul sito della rivista Nature un nuovo studio che, per la prima volta, collega il rischio di estinzione delle foreste a una precisa scelta evolutiva degli alberi. Secondo la ricerca, tutte le specie, comprese quelle che crescono nelle foreste pluviali, utilizzano il “sistema idraulico” al limite delle loro possibilità, rendendosi così vulnerabili anche a piccoli episodi di aridità.

Cerchiamo di capire. Perché l’acqua arrivi fino alle foglie delle fronde più alte, gli alberi hanno sviluppato un complesso sistema vascolare basato su un meccanismo efficiente ma instabile. Come succede nel sistema circolatorio umano la formazione di bolle (anche in questo caso detta embolia) può seriamente comprometterne il funzionamento, bloccando il flusso di acqua vitale per la pianta. Quando il suolo diventa arido, la tensione a cui è sottoposta l’acqua nei vasi della pianta diventa molto elevata e può portare alla rottura della colonna d’acqua interrompendone il flusso. Se lo stress è prolungato l’embolia si accumula e si propaga per tutto il sistema vascolare causando la morte dell’albero.

La vulnerabilità all’embolia è tra i principali fattori che determinano la risposta degli alberi all’aridità e le tante specie mostrano diverse capacità di prevenire la formazione di emboli. Il database ha però portato alla luce un fatto molto importante: benché, ad esempio, le specie che vivono in ambienti umidi hanno minore resistenza all’embolia, quando viene confrontata tale resistenza con la disponibilità di acqua se ne evince che tutti gli alberi utilizzano il sistema di trasporto dell’acqua ai limiti della soglia di rischio. Ciò significa che tutti gli alberi sono molto vulnerabili a episodi di aridità, ancor più se estrema e prolungata, indipendentemente dall’habitat di origine.

La ricerca è stata coordinata dalla University of Western Sidney (Australia) e dalla Ulm University (Germania) ma vi hanno contribuito 24 scienziati tra i maggiori esperti mondiali nel campo del bilancio idrico delle piante tra cui il Dott. Andrea Nardini del Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste. Sono stati raccolti tutti i dati scientifici esistenti relativi alle misure della resistenza all’embolia delle diverse specie di alberi a livello globale. I risultati rivelano come circa il 70% delle oltre 200 specie di alberi analizzate trasporti acqua a valori di tensione a dir poco rischiosi.

Non importa quindi la specie o l’ambiente; la vulnerabilità all’aridità è la stessa in tutti gli ecosistemi forestali. Ciò darebbe una spiegazione al declino anche degli ecosistemi forestali delle zone umide che normalmente non sono considerati a rischio.

A seguito di questa scoperta è facile capire come le conseguenze di periodi di aridità possano essere drammatiche. A rischio siccità, le grandi foreste del pianeta, potrebbero facilmente convertirsi da depositi di carbonio a fabbriche di produzione di anidride carbonica.

Sono molti i meccanismi ancora da studiare; è auspicabile che le foreste rispondessero ai cambiamenti climatici con un loro adattamento alle nuove condizioni. Fondamentale sarà, però, la velocità con cui avverrà il cambiamento.

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