C’era una volta il lupo

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Questa volta il protagonista della favola è un lupo, chiamato M1133. Si tratta di un giovane lupo grigio messicano (Canis lupus baileyi) che la scorsa settimana è stato messo in libertà in Arizona. La sua storia ha inizio nel 2008 quando, con mamma, papà e fratellini è accolto nell’area protetta Sevilleta Wolf Management Facility nel New Mexico. Lì viene allevato e preparato per una futura reintroduzione in natura. Il suo momento arriva questo inverno dopo un tragico evento: la morte di un maschio alfa in un piccolo gruppo di 8 individui (Bluestem Wolf Pack) dell’Arizona meridionale.

Il lupo grigio è considerato dal 1976 in via di estinzione ma, per tutto lo scorso secolo, la specie è stata duramente cacciata. Nel 1998 il governo degli Stati Uniti ha lanciato un programma di reintroduzione per preservare il piccolo gruppo di 58 individui itineranti tra l’Arizona e il New Mexico. Questi lupi messicani sono geneticamente diversi dai gruppi nord americani e gli studiosi hanno dimostrato che tutti gli esemplari viventi in natura discendono da solo cinque lupi catturati nel 1973!

Per fortuna i programmi di allevamento e reintroduzione stanno dando dei buoni risultati e dal 1998 si sono susseguiti diversi reinserimenti nella speranza di impedire un’estinzione che sembrava inevitabile. Purtroppo l’uomo influenza ancora negativamente la vita di questi carnivori e quasi la metà degli animali introdotti muoiono per intervento volontario delle popolazioni locali o perché investiti da veicoli.

Mentre M1133 scrive la sua favola (speriamo con un bel lieto fine) il Center for Biological Diversity (CBD) ha citato in giudizio la Fish and Wildlife Service, agenzia del Dipartimento degli interni degli Stati Uniti, allo scopo di ricevere protezioni supplementari per i lupi grigi messicani che al momento sono considerati in pericolo ma non “specie essenziale” e, quindi, possono essere rimossi dai loro habitat in qualunque momento.

Anche in Europa i lupi grigi non se la passano meglio; se due secoli fa possedevano uno tra gli areali più grandi tra tutti i mammiferi, lo scorso secolo sono stati perseguitati e decimati. Resistono, però, ancora piccole popolazioni in Polonia, Spagna e Italia.

La loro vulnerabilità è anche legata alla tipologia dei gruppi che formano. Si tratta di piccoli branchi di pochi individui con un areale vastissimo in cui c’è una sola coppia che ha la possibilità di riprodursi. Gli altri individui si prendono cura della prole della femmina dominante o cacciano in gruppo. E’ chiaro che, se dovesse accidentalmente morire uno dei due membri della coppia, la sopravvivenza dell’intero gruppo sarebbe in pericolo!

Fino al secolo scorso la popolazione italiana rimaneva collegata alle altre popolazioni europee ma, attualmente, i gruppi italiani si ritrovano in isolamento geografico e pure genetico. Nonostante il numero di lupi in Italia sia aumentato, la specie è ancora in pericolo di estinzione e in tutta la penisola si possono contare solo 400-500 individui! La principale minaccia rimane l’uomo e si crede che ogni anno circa 50-70 lupi siano uccisi illegalmente, con un profondo impatto sulle relative popolazioni.

Per fortuna il lupo è una specie adattabile e frequenta quasi tutti gli habitat dell’emisfero settentrionale. Manco a dirlo le foreste montane delle nostre Alpi e Appennini rappresentano il loro ambiente ideale. Grazie alla rete dei parchi nazionali e regionali i lupi sono in parte tutelati, ma, al di fuori, non hanno vita facile.

Molto è stato fatto per sensibilizzare le popolazioni rurali ma bisogna sempre mantenere alta l’attenzione perché gli interessi di pochi allevatori non prevalgano sulla salute dei nostri ecosistemi.

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