Un mondo di biodiversità sotto i nostri piedi

suoloIn molte occasioni abbiamo affrontato il problema del declino della biodiversità. Da ogni capo del mondo non si fa altro che parlare della sesta grande estinzione e del fatto che entro il 2100 la metà delle piante e degli animali che conosciamo non esisteranno più. Eppure, la maggiore minaccia per la biodiversità non è così popolare come dovrebbe, anche se si trova proprio al di sotto dei vostri piedi!

Grazie all’utilizzo di innovative tecniche di analisi, gli scienziati hanno potuto verificare che la terra che ricopre l’intero pianeta, è una riserva illimitata di biodiversità. Contiene un terzo di tutti gli organismi viventi ma solo l’1% di essi, ad oggi, è stato identificato e le relazioni che intercorrono tra queste forme di vita sono del tutto sconosciute.

Per capirci qualcosa in più, un gruppo di scienziati si sono imbarcati in un progetto grandioso che coinvolgerebbe l’intero pianeta: la “Global Soil Biodiversity Initiative”. L’obiettivo è collezionare il maggior numero di dati già disponibili cercando di capire quali sono i servizi che il suolo fornisce al proprio ecosistema e individuare quelle aree del mondo in cui la sua sopravvivenza è fortemente minacciata.

Il bello è che la loro ricerca non si focalizza su terre lontane e inaccessibili ma si stanno portando avanti le analisi più accurate all’interno di una tra le aree più urbanizzate al mondo: Central Park a New York.

La ricerca, in questa fase iniziale, vuole conoscere la complessa rete di organismi che compongono il terreno, e non è certo un lavoro semplice! Un cucchiaino di terra racchiude miliardi di microbi, migliaia di specie di funghi e protozoi, per non parlare di nematodi, acari e termiti. Tra di loro esiste una sintonia meravigliosa “C’è una perfetta organizzazione nel suolo; come in una fabbrica dove ognuno ha il suo ruolo” spiega Diana H.Wall, professore di Biologia alla Colorado State University e presidente dell’iniziativa.

Non può essere altrimenti; l’ecosistema suolo riesce a portare a termine reazioni molto complesse come trasformare la sostanza organica in altro suolo o depurare l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo. Gioca, infine, un ruolo molto importante come magazzino di anidride carbonica. Solo gli scienziati e pochi altri sanno che, dopo gli oceani, il più grande deposito al mondo di anidride carbonica non sono le maestose foreste pluviali, ma il più umile suolo. E’ facile, quindi, immaginare quanto gravi potrebbero essere le conseguenze di una cattiva gestione di questa risorsa.

Negli ultimi 10 anni si è scoperto che la terra è un sistema molto complesso e mai uguale a se stesso; solo il 5% di tutta la terra che ricopre il nostro pianeta è stato studiato attentamente. E’ possibile, quindi, che alcune specie fondamentali per le loro importanti funzioni nell’ecosistema siano o stiano sul punto di scomparire. Per questo motivo uno studio globale sul suolo deve essere effettuato con urgenza.

Ma quali sono le minacce maggiori per la sopravvivenza del sistema suolo? Certamente le tecniche moderne di coltivazione che l’hanno privato di sostanza organica e riempito di pesticidi e erbicidi. Nelle città, invece, l’asfalto che lo copre ne distrugge completamente la vita. In quelle aree in cui ciò non è bastato, le piogge acide hanno dato il loro contributo all’alterazione di questo delicato equilibrio.

Il problema però non si concentra solo nelle aree più industrializzate; in Africa, ad esempio, lo sfruttamento eccessivo dei pascoli e l’agricoltura intensiva hanno distrutto lo strato superficiale del suolo e hanno portato alla desertificazione di vaste aree.

Eppure, ci sono poche cose più vitali del suolo. La fonte stessa del nostro cibo è il suolo; le piante in natura hanno bisogno per crescere di un terreno sano, cosicché gli erbivori possano nutrirsi e i predatori cacciarli. Un terreno sano può persino prevenire le malattie nell’uomo; è dimostrato che il sistema suolo svolge un ruolo chiave nella diffusione del colera, delle meningiti e di altre malattie funginee che trascorrono una parte del loro ciclo vitale nel suolo. Suoli sani possono anche nascondere le cure per alcune malattie resistenti agli antibiotici. In fondo, gran parte degli antibiotici che noi utilizziamo provengono dalla terra.

Purtroppo piccole variazioni di temperatura possono portare a profondi cambiamenti sul suolo, modificando di conseguenza la sua tipologia e quella delle piante che vi crescono.

Gli scienziati hanno scoperto che un suolo sano è in grado di far crescere rigogliose le piante senza l’aiuto di additivi chimici. Ma allora: cosa possono fare gli agricoltori e i giardinieri per proteggere il proprio terreno? Sicuramente evitare di arare ogni anno per permettere alla vegetazione morta di decomporsi e non utilizzare sostanze chimiche di sintesi. Se poi volessero dare il loro contributo alla crescita di un suolo sano e resistente, aggiungere del compost non potrà che contribuire positivamente.

 

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