L’abominevole uomo delle nevi sotto esame a Oxford
“ Il profilo di una figura umana camminava in posizione verticale e si fermava di tanto in tanto a sradicare alcuni cespugli di rododendro… sfortunatamente non ebbi il tempo d preparare l’obiettivo della macchina fotografica né di osservarlo tramite un binocolo ma, durante la discesa, ne osservai chiaramente le impronte sulla neve”.
Così agli inizi del secolo scorso N.A. Tombazi, fotografo della Royal Geographical Society di Londra, descriveva una figura umana in movimento nei pressi del ghiacciaio Zemu a 4500 metri di altezza.
Quello non fu certo il primo avvistamento della fantastica creatura; l’esploratore che, per primo, si convinse dell’esistenza di una figura pelosa, senza coda e simile a un uomo che viveva isolato tra le nevi, fu R.R. Hodgson nel 1820, dopo aver scoperto delle impronte in Tibet a più di 5000 m di quota.
I racconti degli esploratori si mescolano e arricchiscono le leggende popolari nelle quali la misteriosa figura è descritta come una grossa scimmia con una folta pelliccia bianca che vive tra le vette himalayane. In tutte le storie, le dimensioni delle feroci figure sono impressionanti; partendo dai due metri delle femmine fino ai tre metri di altezza negli individui di sesso maschile.
Nel 1986, lo scalatore Reinhold Messner avvistò, in una regione del Tibet orientale, uno Yeti, che descrisse come un enorme essere, ritto sulle zampe posteriori, in posizione bipede, che guardava nella sua direzione. Una decina di anni dopo, anche l’esploratore americano, Craig Calonica, giurò di aver visto, di ritorno dall’Everest, due creature che camminavano insieme in posizione eretta.”La mia opinione è che ho visto qualcosa, e quel qualcosa non era un uomo, non era un gorilla, non era un orso, non era una capra e non era un cervo”.
Sono molte le teorie che cercano di attribuire una base scientifica all’esistenza di questa creatura; benché sia sempre stato impossibile provarlo, alcuni credono ancora si tratti di una creatura pre-umanoide o persino di un non estinto uomo di Neanderthal. L’unica cosa che sappiamo per certo, però, è che le popolazioni locali lo considerano una creatura della fauna indigena che abita da sempre tra le più alte cime innevate in continua ricerca di muschi e licheni.
E’ vero che nell’ultimo secolo gli incontri con l’abominevole uomo delle nevi si sono intensificati ma le prove continuano a scarseggiare; foto offuscate e video mossi non hanno mai permesso di definirne la natura e nemmeno la sua reale esistenza.
Oggi, però, abbiamo qualcosa in più; Bryan Sykes, genetista presso l’Univerità di Oxford, ha analizzato diversi campioni di peli provenienti dalle varie spedizioni nella regione himalayana, attribuiti allo Yeti, e li ha confrontati con i tessuti di animali diffusi in quella regione giungendo forse a un punto di svolta per svelare il mistero secolare.
Grazie a nuove tecniche di estrazione del DNA, ha confrontato il genoma dei resti con le sequenze geniche conservate in GenBank e ha potuto confermare con sufficiente accuratezza che il DNA contenuto nei peli attribuiti al così dettoYeti è molto simile a quello degli orsi che hanno abitato le aree limitrofe circa 40.000 anni fa, periodo in cui l’orso polare e l’orso bruno si stavano separando nelle due specie che oggi conosciamo. Secondo la sua teoria, quindi, tra i ghiacciai perenni potrebbe vivere una specie d’orso a noi del tutto sconosciuta, molto simile all’orso polare.
Bill Amos, professore di genetica presso l’Università di Cambridge, è scettico riguardo questo studio. Il tipo di persone che potrebbero andare in cerca di Yeti, spiega Amos, avrebbero anche potuto contaminare i campioni con resti provenienti dall’Artico, dove tali orsi vivono.
Nonostante la comunità scientifica non si sia espressa a riguardo, l’idea che possa esistere in quella regione una specie sconosciuta di orso bianco non è da escludere ma, permettetemi di dirlo, abbastanza difficile da credere. Una popolazione vitale di un orso mai visto prima dovrebbe essere costituita da almeno una cinquantina di individui. La regione himalayana non è di certo una zona molto popolata ma com’è possibile che non esistano prove concrete della loro presenza?
Non ci resta che aspettare che altri scienziati analizzino i dati di Sykes e producano la revisione necessaria per la futura pubblicazione. Secondo l’autore, la cosa migliore sarebbe organizzare una nuova spedizione nella speranza di rinvenire tessuti freschi per capire definitivamente se quest’orso esista e se sia una nuova specie.
Lo Yeti è una figura mitica ormai protagonista nelle favole per bambini in tutto il mondo. Probabilmente la realtà ci racconterà poco più della storia di un orso delle nevi molto schivo e aggressivo ma, ci scommetto, sarà difficile cancellare, con un colpo di spugna, la leggenda che ha permeato i racconti degli indigeni e ha spinto esploratori di tutto il mondo alla sua ricerca fino alle cime più alte e impervie della catena himalayana.
Link:
- http://www.theguardian.com/science/2013/oct/17/yeti-dna-ancient-polar-bear-scientists
- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/genbank/
- http://www.bigfootencounters.com/articles/takahashi08.htm
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