Viaggio nel futuro: gli oceani dopo l’acidificazione

Al largo di Panarea, la più piccola e geologicamente più antica delle isole Eolie, a nord della Sicilia, c’è un cratere vulcanico sommerso. Quel cratere è uno dei quattro siti conosciuti sulla Terra dove l’acidità dell’acqua del mare ha oggi i valori previsti per gli oceani verso la fine del secolo. Lì sotto i ricercatori hanno compiuto un viaggio nel futuro, in un laboratorio naturale unico al mondo.

L’aumento della CO 2, anidride carbonica, è una delle principali cause di cambiamento ambientale. Reagendo con l’acqua la CO 2 acidifica mari ed oceani, riducendo la capacità di innumerevoli specie marine (dal plancton all’alga ai coralli) di trattenere calcio e altri minerali nei loro organismi, come per esempio nelle conchiglie e negli esoscheletri. Per dirla in modo poco accademico è come se le creature marine s’ammalassero in coro di osteoporosi. Stefano Goffredo e gli altri ricercatori dell’ Università di Bologna hanno intuito che il cratere vulcanico sommerso al largo di Panarea, situato a profondità accessibili, poteva costituire un laboratorio già pronto e relativamente a portata di mano per studiare gli effetti della CO2 sull’ecosistema marino. Dal cratere sommerso, infatti, fuoriescono emissioni di CO 2 che incrementano l’acidità delle acque con valori che rispecchiano quelli previsti per gli oceani del globo per il 2100. Location ideale per studiare i mari del futuro.


Ricercatore analizza emissioni di gas

La fisionomia dei mari del futuro sarà formata dalle diverse risposte biologiche che gli organismi sono in grado di dare agli stimoli ambientali. A questo scopo i ricercatori hanno studiato le strutture carbonatiche (quelle costituite da carbonato di calcio) di alcune specie chiave nel Mediterraneo e valutato le rispettive abbondanze sul gradiente naturale di acidità nel cratere sommerso lungo varie distanze. Le specie modello della ricerca sono state il corallo Balanophyllia europaea, il mollusco Vermetus triqueter, due alghe brune, Padina pavonica e Lobophora variegata e l’alga verde Acetabularia acetabulum.

Balanophyllia_europaea_(Risso,_1826)

Madrepora solitaria (Balanophyllia europea)
Di Parent Géry (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons da Wikimedia

I risultati della ricerca ci dicono che la biodiversità del Mediterraneo potrebbe essere fortemente compromessa. Avvicinandosi al cratere, verso la zona più acida, ad un certo punto c’erano solo le alghe. Ciò suggerisce che in un mare fortemente acidificato, come quello previsto nei prossimi decenni, organismi animali come coralli e molluschi potrebbero diminuire la loro abbondanza a favore di organismi vegetali come le alghe, che sembrano in grado di reagire meglio alle variazioni ambientali, con conseguenze epocali sull’intero ecosistema marino. Nei corsi basici di ecologia marina insegnano che alghe e coralli si contendono lo spazio da sempre. Mari a prevalenza d’alga e mari a prevalenza di coralli sono mari completamente diversi. Ma nessuno sa dire cosa accadrà nei mari di sola alga.

Coralli trapiantati a Panarea

Lo studio è stato recentemente pubblicato su NATURE, una tra le più prestigiose riviste scientifiche e che si occupa delle ricerche più significative e all’avanguardia sui cambiamenti climatici e sul loro impatto, nonché sulle conseguenze sull’economia e la società.

CoralWarm, è un progetto finanziato dall’European Research Council (http://erc.europa.eu/), il più importante organo europeo di finanziamento alla ricerca di frontiera.

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