Il meglio del documentario al Festival di Cogne
posted by Barbara Dalla Bona | Settembre 9, 2014 | In Home, Vita sul Pianeta | Articolo letto 2.793 volteC’è un mondo intero che si genera e prende forma dalle acque di un fiume; uccelli, mammiferi e anche crostacei e pesci, i cui destini sono indissolubilmente legati alle sorti del corso d’acqua.
Raccontare questo magico ecosistema è un lavoro difficile ma John Murray, con il suo documentario On a river in Ireland, c’è riuscito perfettamente. Tutti i volti del fiume Shannon (il più lungo d’Irlanda) e dei suoi abitanti, sono stati descritti con una poesia e con un’attenzione alla fotografia tale da meritarsi il XVIII Trofeo Stambecco d’Oro.
Questo il premio più ambito della rassegna naturalistica Gran Paradiso Film Festival che si è da poco conclusa nella spettacolare cornice del Parco del Gran Paradiso. Il film ha inoltre vinto il Premio Lipu – Mario Pastore assegnato dalla giuria tecnica.
Lo splendido documentario di Murray non è stato l’unico a essere premiato dalla giuria popolare; al secondo posto si classifica Scandinavie, l’appel du Nord (Scandinavia, il richiamo del Nord, Francia, 2014) di Laurent Joffrion, un’immersione inedita nei parchi nazionali della Norvegia, attraverso lo sguardo di Vincent Munier, rinomato fotografo e appassionato di natura. Ultimo sul podio Terre des ours (La terra degli orsi, Francia, 2013) di Guillaume Vincent, l’appassionante storia di una mamma e dei suoi due cuccioli nella penisola della Kamchatka, la cosiddetta terra degli orsi. Le avventure degli orsi hanno di certo rapito anche la giuria popolare junior che ha attribuito al documentario il Trofeo Stambecco d’Oro Junior.
Nella sezione CortoNatura, il migliore si è rivelato Vigia (Svizzera, 2013) di Marcel Barelli che racconta di un’ape obbligata ad abbandonare il proprio alveare a causa dell’inquinamento e dei pesticidi usati nei campi.
Il primo tra i premi appannaggio della giuria tecnica è il Premio Parco Nazionale Gran Paradiso che va a Butterfly Stories (Storie di farfalle) del regista Christoph Schuch (Germania, 2013) per l’originalità del tema, l’alta scrittura cinematografica e la costruzione dei personaggi che “crea un intreccio magico tra uomo e natura, tra percorsi umani e migrazioni di farfalle”.
Il Premio Progetto Natura va a Time Worm (Il baco del tempo) della regista Sena Basoz
(Turchia, 2014) per la poesia con cui l’autrice racconta i drammi di una comunità la cui esistenza è strettamente legata all’ambiente.
Infine, il Premio WWF Italia va a The New Wilderness (Nuove terre selvagge) di Mark Verkerk e Ruben Smit (Olanda, 2013) per la grande efficacia, anche pedagogica, delle immagini.
“La natura è vita” è stato il tema unico del festival che, però, può essere declinato in tante forme, alcune delle quali analizzate ed esaltate durante i cinque giorni della rassegna. Natura è essenzialmente l’ambiente che abitiamo e che, deve essere preservato, oggi e in futuro, adottando stili di vita sostenibili e legislazioni adeguate. Natura è spiritualità, perché da essa si alimenta ogni religione; Natura è genetica, perché custode di informazioni preziosissime per progredire nel nostro sviluppo e comprendere da dove veniamo. Infine Natura è arte e passione; non è difficile crederlo al cospetto dei panorami mozzafiato del Parco del Gran Paradiso e chi mai avrà il coraggio di affermare di non sentirsi rapito da tanta bellezza, è solo un bugiardo.
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Barbara Dalla Bona
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani. Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale. La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge. Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale. La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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