Fino alla fine del mondo – Il primo viaggio di James Cook

Captain James Cook (1728-1779)

E’ il 26 agosto del 1768 e la Nave di Sua Maestà Endeavour, un bel brigantino a palo, salpa da Plymouth con a bordo una insolita varietà di passeggeri. Indossano cappelli a tre punte, abiti di squisita fattura e hanno serventi al seguito. Sono scienziati, astronomi, botanici. Tra gli ufficiali c’è un americano che conosce una strana lingua lontana, tra i passeggeri ci sono ben tre artisti disegnatori. Tutto ciò che vedranno andrà documentato con dovizia di particolari. Committenti della spedizione sono Re Giorgio III, tramite l’Ammiragliato Britannico, e la Royal Society, la più prestigiosa società scientifica al mondo. Sir Joseph Banks, uno degli scienziati a bordo, dopo quel viaggio ne diverrà il presidente.

Uno degli scopi della spedizione è osservare il transito di Venere dall’isola di Tahiti, Oceano Pacifico. Cosa aveva di così importante quell’evento per far armare una nave con dodici cannoni e più di 70 uomini tra marinai, ufficiali e soldati? Da quel transito gli astronomi sarebbero stati in grado di stabilire, grazie all’accuratezza della più recente tecnologia, la distanza tra il Sole e la Terra. Una missione che ci ricorda la messa in orbita di Hubble da parte dello space shuttle. Ma il vero obiettivo dell’Ammiragliato era contenuto nelle Istruzioni Segrete consegnata al comandante, il tenente di vascello James Cook. Nato nel ventoso Yorkshire, Cook si era già fatto notare come cartografo mappando magistralmente le coste di Terranova e del Labrador.

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Carta nautica della Terranova, James Cook – Wikipedia

“Voglio andare lontano, dove nessuno è mai stato, più lontano di chiunque altro” aveva detto.

L’Endeavour inizia così a scendere verso sud, verso Capo Horn, fermandosi a Madera e Rio de Janeiro per i cicli di manutenzione e caricare cibi freschi. Quel brigantino è stato scelto per la forma dello scafo, dal pescaggio minimo, che consente la messa in secco con l’aiuto di una moderata escursione di marea, per i calafataggi e la riverniciatura, operazioni irrinunciabili. Il viaggio è lungo e la Terra del Fuoco li accoglie con una improvvisa bufera di neve che uccide due serventi di Banks scesi con lui a terra per raccogliere delle piante. Doppiato Capo Horn l’Endeavour punta dritto al suo primo obiettivo, quello della Royal Society.

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A Tahiti piazzano un osservatorio da campo in cima a una montagna e attendono che Venere attraversi il disco solare. Purtroppo le diverse letture sono discordanti. Forse la causa è il ‘black drop’, un effetto ottico per cui  il corpo nero si fonde con il margine del corpo luminoso. E’ in base a quei risultati l’astronomia di allora fissa la distanza della Terra dal Sole oltre i 150 milioni di chilometri. Inizia quindi la vera missione di James Cook, quella segreta. A bordo , tra botanici allievi del Carlo Linneo e astronomi di fama mondiale, c’è un certo John Gore, americano, che conosce la lingua di Tahiti ed è stato precedentemente in quelle isole con il capitano Wallis. E’ grazie a Gore che riescono a convincere Tupaia, un sacerdote di Raiatea esperto in navigazione, a salire a bordo dell’Endeavour come pilota. Cook punta verso sud ovest incrociando acque sempre più fredde, burrascose, desolate. Dopo un mese desiste e fa rotta verso ovest, verso la Nuova Zelanda. Riesce a circumnavigare le due isole principali, ma Cook non è soddisfatto, quello non è ciò che sta cercando.

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il fenomeno del black drop in una carta di James Cook

Trovare la terra australis incognita, questo è l’obiettivo segreto dell’Ammiragliato. Da sempre gli scienziati ne ipotizzano l’esistenza. Siamo appena agli inizi dell’Illuminismo e la mappa di quella zona è una immensa area grigia, solcata da pochi filamenti di luce: le rotte di alcuni marinai che si sono avventurati fin laggiù, e le loro scarse osservazioni. Magellano, nel 1502, era passato di lì e aveva incontrato le isole Tonga. Poi gli olandesi nel ‘600. Ma quella vastità in grado di far impazzire un essere umano solo a considerare le lunghe distanze d’acqua tra le terre emerse è ancora tutta da scoprire. E quella è la prima vera missione scientifica.

L’Endeavour punta verso nord ovest, alla ricerca degli alisei per far ritorno in patria, e su questa rotta s’imbatte, la prima volta per un equipaggio occidentale, nella costa orientale australiana. Accade il 20 aprile del 1770. Cook continua la navigazione costiera verso nord, mappando ogni dettaglio di terraferma. Deve essere quella terra che gli olandesi battezzarono New Holland. Gli abitanti sono molto meno amichevoli dei Maori, coi quali c’era già stata una scaramuccia, li accolgono con il lancio di giavellotti oppure fuggono. Parlano una lingua che non ha alcun punto di contatto con il polinesiano. Malgrado gli innumerevoli doni offerti o lasciati da Cook e dai suoi non c’è verso di farseli amici. Trovano inammissibile una visita senza farsi annunciare prima. James Cook prosegue costeggiando verso nord per migliaia di chilometri.

L’11 giugno L’Endeavour rischia di non fare più ritorno in patria: s’incaglia sulla Grande Barriera. subito l’equipaggio getta a mare la zavorra,  poi i proiettili da quattro libbre, la polvere da sparo. Si gettano a mare i cannoni, finché il brigantino si svincola dalla morsa dei coralli. Un grosso frammento di barriera ha perforato lo scafo, ma è così ben conficcato nel fasciame che rallenta l’infiltrazione di acqua nelle sentine. Per pura fortuna si trovano nel punto dove la Grande Barriera è più vicina alla costa. Per puro miracolo in quella zona, dove un giorno sorgerà Cooktown, c’è una grande spiaggia e la foce di un fiume, l’Endeavour river, e il brigantino è presto messo in secca e sbandato su un fianco per esporre la ferita da curare. Sei settimane ci vogliono, per le riparazioni.

Endeavour_at_Endeavour_River,_engraving_c._1786

Quello è il primo sguardo della morte sugli esploratori. Jackarta, allora chiamata Batavia, si rivela la più malsana di tutte le terre appena esplorate. Malaria e dissenteria iniziano a decimare l’equipaggio. Muore Tupaia, la guida polinesiana. Muore Parkinson, il più fine dei disegnatori scientifici, muore Green, l’astronomo. Si continua a morire in viaggio: dei quasi cento uomini che erano partiti ne tornano poco più della metà.

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Sidney Parkinson: Heniochus chrysostomus, Natural History Museum London

Sir Joseph Banks viene accolto con tutti gli onori e in seguito verrà nominato presidente della Royal Society. Migliaia le specie di piante, centinaia le specie animali, innumerevoli i manufatti, gli scudi, i monili, centinaia i disegni, gli acquarelli e le mappe, soprattutto mappe. Questo accade quando la mente e la cultura umana stanno affrontando una nuova avventura, quella dell’Illuminismo. La scienza e il sapere acquistano un nuovo prestigio, i fatti e le osservazioni scientifiche sono più importanti dei dogmi, della volontà dei regnanti e ‘della volontà divina’. Il primo viaggio di Cook offre all’umanità nuove prospettive, dal punto di vista scientifico, geografico e umano. Tra poco il mondo, ancora una volta in concomitanza con un viaggio, non sarà più lo stesso.

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