Sfilate prêt-à-porter sul fondo del mare
posted by Barbara Dalla Bona | Giugno 16, 2015 | In Home, Vita sul Pianeta | Articolo letto 3.059 volteC’è chi la moda la fa e chi la segue. L’aforisma vale per gli umani così come per alcuni crostacei.
Se, però, alcuni farebbero di tutto per distinguersi, sfoggiando anche mise improbabili, la maggior parte di noi segue le tendenze del momento, a volte reinterpretandole, ma per lo più uniformandosi all’ambiente che ci circonda.
Per quanto possa sembrare strano, proprio questo modo di essere alla moda è alla base delle scelte estetiche di quasi tutte le specie di granchi appartenenti alla Superfamiglia Majoidea.
I granchi a la page sono abitualmente chiamati granchi decoratori. Appartengono a tante famiglie diverse ma sono accomunati dalla capacità di ornare il loro corpo con coralli, alghe e frammenti di altri organismi, che selezionano accuratamente nelle loro peregrinazioni sul fondale.
Nella maggior parte dei casi tutto rimane ben saldato sul carapace grazie a particolari peli uncinati, le setae, che rivestono l’intero corpo e si comportano come il velcro.
Per questa particolare caratteristica, i granchi decoratori, sono un gruppo già largamente studiato. Si sa, quindi, che il loro travestimento è necessario per rendersi invisibili a predatori quali pesci e polpi ma l’attenzione necessaria per indovinare il giusto outfit per ogni situazione (o meglio, fondale) è quasi maniacale. La scelta delle decorazioni è fatta in maniera così accurata che, a travestimento avvenuto, ogni granchio è praticamente indistinguibile dal suo sfondo.
“La cosa bella del granchio decoratore è che, ovunque vada, può facilmente e rapidamente sbarazzarsi delle vecchie decorazioni e adornarsi con qualcosa di nuovo, adattandosi velocemente a qualunque ambiente lo circondi” spiega John J. Stachowicz, ecologo presso l’Università della California a Davis.
Alcuni granchi scelgono volontariamente travestimenti chimicamente nocivi o repellenti per i predatori come nel caso del granchio ragno rostrato (Macropodia rostrata) e del granchio ragno legnoso (Libinia dubia) che coprono i loro carapaci con alghe tossiche. Altri si adornano con anemoni di mare urticanti. Certamente non passeranno inosservati, ma qualunque predatore si guarderà bene dall’attaccarli!
Per crescere, però, anche i granchi decoratori, come tutti gli altri crostacei, devono fare la muta. A operazione completata non resta altro da fare che, pazientemente, recuperare monili e ornamenti e attaccarli sul carapace e sulle appendici nuove di zecca.
Tra i granchi dei nostri mari, i migliori decoratori sono, senza dubbio, gli esemplari appartenenti al genere Pisa. Ammesso che si riesca a distinguere la loro silhouette tra le rocce, sarà ben difficile capire da quale lato sia la testa.
Un altro curioso frequentatore dei nostri mari è la Macropodia spp., un granchietto molto piccolo che ha l’abitudine di costruire delle complicate extension sul proprio rostro.
Per quanto piccoli e ben camuffati, gli esemplari di entrambi i generi hanno l’abitudine di rimanere immobili anche in presenza di fastidiosi osservatori e, questo comportamento, si rivela utilissimo per qualunque subacqueo che, dopo averli scovati, voglia osservarli da vicino.
Altro decoratore che, al contrario, se scoperto, se la dà a gambe levate è la granseola. Riuscire ad avvicinare un esemplare di questo genere (Maja spp.) è molto difficile ma vale proprio la pena tentare; la complessità biologica degli ornamenti che è capace di trasportare lo rende un soggetto estremamente interessante da osservare con attenzione. A volte, la prateria di alghe e idrozoi che lo ricoprono è talmente fitta da poter ospitare anche dei nudibranchi.
Infine c’è il granchio degli anemoni (Inachus phalangium) che ha deciso di andare sul sicuro e, per proteggersi, ha voluto ornarsi di luccicanti quanto pericolosi tentacoli di anemone.
Insomma, dal numero di specie che hanno adottato questa strategia, si direbbe che intonarsi con l’ambiente esterno abbia migliorato di molto le loro aspettative di vita.
Quelle specie che non hanno la possibilità di ornarsi a piacimento, invece, non possono far altro che imitare i decoratori. E’ il caso del granchio facchino (Dromia personata) il quale, non potendo attaccarsi al corpo nessun monile (poiché privo di setae), si carica sul dorso frammenti di spugna, tagliati su misura, e li trascina tenendoli ben fermi grazie alle ultime appendici modificate per questo scopo.
Non c’è che dire; anche in fondo al mare essere alla moda è una questione di primaria importanza.
Per approfondire:
- http://www.newscientist.com/article/dn27702-zoologger-decorator-crabs-accessorise-to-avoid-being-eaten.html#.VX70VkYvyos
- https://vimeo.com/14149959
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About The Author

Barbara Dalla Bona
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani. Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale. La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge. Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale. La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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