Tesla Powerwall, l’alba di una nuova era?
posted by Barbara Dalla Bona | Febbraio 27, 2016 | In Home, Vita sul Pianeta | Articolo letto 3.632 volteNon sono certo la prima ad affermare che l’interesse dei privati cittadini verso le tecnologie energetiche pulite aumenti di giorno in giorno. La logica porterebbe a pensare che, a una chiara richiesta proveniente dai fruitori finali, faccia seguito un’azione decisa e concreta delle amministrazioni per dare all’economia un’impronta più green. La dura realtà è invece fatta da enormi resistenze e l’impegno per lo sviluppo delle risorse rinnovabili rimane insufficiente.
Anche la ricerca delle responsabilità ormai è un esercizio inutile; certo le scelte delle cosiddette lobby che detengono il potere della gestione delle energie fossili hanno il loro peso ma non va sottovalutata l’inadeguatezza della politica nell’attuare concretamente scelte ispirate alla logica dell’interesse collettivo.
Hermann Scheer, politico tedesco e presidente del World Council of Renowable Energy, affermava in un suo saggio che l’umanità tutta si trova a un bivio: da una parte la svolta verso un sistema energetico basato sulle risorse rinnovabili e dall’altra una nuova, costosissima, stagnazione.
Alla base di tutto, ne era convinto, c’è l’autonomia energetica che non è solo il risultato della conversione alle rinnovabili ma anche la scelta della strategia migliore per attuarla, con tantissimi piccoli attori che pian piano dovranno rimpiazzare i pochi potenti soggetti dell’oligopolio.
Una rivoluzione dal basso che, per essere vinta, ha bisogno di strumenti sempre più efficienti.
La fonte di energia pulita sicuramente più utilizzata e di minor impatto è il sole e, fortunatamente, oggi possiamo usufruire di pannelli solari per uso domestico con prestazioni sempre migliori. Uno studio recente ha dimostrato, dati alla mano, che l’efficienza dei moduli aumenta del 2% ogni anno, un tasso molto soddisfacente.
Come tutti i possessori di pannelli solari sapranno, però, la maggior parte dell’energia prodotta viene sprecata o, nel migliore dei casi, venduta all’ente gestore della rete elettrica, per poi dover acquistare l’energia per illuminare la casa durante le ore serali.
Lo stoccaggio dell’energia è sempre stato l’ostacolo tecnologico più grande ma, oggi, l’azienda californiana di macchine elettriche Tesla presenta al mercato Powerwall, una batteria agli ioni di litio da parete per immagazzinare l’energia solare prodotta in eccesso.
In realtà la presentazione è avvenuta già nel Maggio del 2015 ma, dal lancio, sono state effettuate più di trentamila prenotazioni, coprendo la produzione dell’intero anno. Il primo dispositivo in Europa è stato istallato solo qualche giorno fa a Cardiff, nel Regno Unito.
A essere del tutto onesti esistono altri sistemi di stoccaggio di energia nel mercato ma il design accattivante, le limitate dimensioni e, soprattutto, un prezzo, tutto sommato, contenuto (circa €3000) hanno trasformato la Powerwall della Tesla nell’oggetto cult del momento, decretandone il successo.
A differenza delle altre batterie Powerwall è multifunzionale: si ricarica con l’energia elettrica generata dai pannelli solari ma anche direttamente dalla rete durante le ore notturne, quando le tariffe elettriche sono più economiche. Inoltre può essere utilizzata come generatore d’emergenza per inattese interruzioni di energia elettrica.
Combinando l’energia solare prodotta durante il giorno con una o due batterie Powerwall, assicura l’azienda, sarà possibile raggiungere l’autonomia energetica della propria casa. Ciascun Powerwall è dotato di 7kWh di capacità di accumulo con una potenza massima di 3kW, come da contratto di base fornito dai maggiori gestori di energia elettrica.
Il problema rimane la bassa potenza erogata e la ricarica, possibile solo con pannelli fotovoltaici con una superficie minima di 25mq, se si vogliono ottenere quei 3000kWh standard che rappresentano il consumo medio di una famiglia all’anno. Al momento, quindi, la batteria della Tesla è ottimale solo per le case di periferia unifamiliari che possono permettersi una simile superficie fotovoltaica.
Come le altre batterie prodotte da Tesla, i suoi componenti sarebbero tutti potenzialmente riciclabili. Sicuramente è riciclabile il litio, la componente più inquinante, che nella formulazione di litio-cobalto-ossido è riutilizzato nella produzione di nuove batterie. Persino le polveri di scarto hanno trovato un nuovo uso nella realizzazione di cementi per l’edilizia. Solo una piccola percentuale della batteria, tra cui alcune plastiche interne, rimane fuori dal ciclo. Ciò avviene non perché non vi siano le tecnologie idonee per il processo ma, considerate le limitate quantità, perché non è ancora economicamente vantaggioso. L’obiettivo della casa è quello di raggiungere nell’arco di pochi anni un ciclo breve del riciclo che riporti tutti gli elementi esausti allo stadio di materie prime.
Powerwall, infine, è garantita per dieci anni; lo stesso tempo necessario, secondo gli esperti, per ammortizzarne i costi, considerando tra i benefici anche quelli ambientali.
Il prezzo della nuova batteria è un segnale importante che condizionerà le scelte delle aziende concorrenti. Secondo l’analista di GTM Reserarch, Ravi Manghani, i prezzi dovranno dimezzarsi perchè si auspichi l’adozione in massa delle batterie.
Possiamo immaginare Powerwall come l’Iphone delle batterie da casa che, al momento, si possono permettere in pochi ma che aprono la strada a un esercito di batterie, forse con un design meno accattivante, ma ugualmente efficenti e più economiche.
Una forte spinta alla riduzione dei costi dovrebbe venire nei prossimi anni con la gigafabbrica che Tesla e Panasonic stanno realizzando in Nevada. Aprirà nel 2017 e sarà in grado entro il 2020 di raddoppiare la produzione mondiale di batterie al litio, con un significativo impatto sui prezzi.
Il fine ambizioso, inseguito apertamente dal leader di Tesla, Elon Musk, è riuscire a “cambiare le infrastrutture energetiche di tutto il mondo”, ha dichiarato. “è nelle nostre possibilità” continua e invita altre aziende a dare il loro contributo alla piattaforma opensource del progetto.
Powerwall però non è che un piccolo progetto in Tesla e l’azienda solo un tassello del disegno globale di Musk.
Tra le sue idee più spettacolari certamente Solar City, la più grande fabbrica al mondo dedicata alla produzione di sistemi a energia solare e Hyperloop, un circuito depressurizzato per il trasporto di capsule da viaggio alla velocità del suono, di cui una prima versione sarà testata già a fine anno.
Forse per immaginare un futuro migliore è veramente necessario un visionario ma, per costruirlo serve un esercito di gente comune che giornalmente sceglie in che direzione andrà l’umanità.
Probabilmente non sarà Powerwall l’arma che ci permetterà di vincere la battaglia dell’indipendenza energetica ma la sensazione comune è quella di aver imboccato la strada giusta al bivio cui ci lasciò, sei anni fa, Hermann Scheer.
Per approfondire:
- https://www.teslamotors.com/it_IT/powerwall
- http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-05-07/tesla-powerwall-e-ancora-presto-parlare-rivoluzione-energetica-104330.shtml?uuid=ABthkybD&refresh_ce=1
- http://www.theguardian.com/environment/2016/feb/05/welsh-home-installs-uks-first-tesla-powerwall-storage-battery?utm_source=esp&utm_medium=Email&utm_campaign=Green+Light+main+050216&utm_term=155207&subid=10995&CMP=EMCENVEML1631
- http://www.qualenergia.it/articoli/20150504-la-batteria-per-il-fotovoltaico-di-tesla-uno-sguardo-da-vicino-al-powerwall
- https://www.teslamotors.com/it_IT/blog/teslas-closed-loop-battery-recycling-program
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About The Author

Barbara Dalla Bona
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani. Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale. La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge. Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale. La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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