Le alterazioni genetiche dei cani negli allevamenti selettivi
Le mode e i capricci si incarnano spesso in forme assurde. Come il volere a tutti i costi il cane con gli occhioni o pieno di pieghe che sembra un peluche, o quello con la piccola coda arricciata così graziosa… Peccato che gli animali in natura non nascono con molte delle caratteristiche che vorremmo noi: ogni modifica è frutto di allevamenti selettivi di razza. Che, come intuibile dalla dicitura stessa, non sono esattamente il meglio che possa capitare ad un animale.
Il 13 marzo scorso come ogni anno si è volta a Birmingham la Crufts, una delle esibizioni canine più grandi del mondo fondata 125 anni fa e organizzata dal Kennel Club. Per dare un’idea della portata della manifestazione, nel 2015 si sono registrati almeno 21.500 cani e l’ingresso di 43 paesi (inclusa la Corea del Sud). Ebbene, cosa è accaduto di tanto clamoroso? Il cane giudicato il migliore pastore tedesco era deformato, con un dorso stranamente incurvato verso il basso e magro, zampe traballanti. La presentatrice, il veterinario, la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA) e il pubblico presente sono rimasti sconvolti per l’aspetto dell’animale. La proprietaria Susan Cuthbert – definendo “felice e sano” il suo cane Cruaghaire Catoria di tre anni allevato in Scozia – si è difesa confermando che il Kennel Club aveva attestato con un certificato la buona salute dell’animale.
Come se ciò non fosse abbastanza grave, il Kennel Club ha affermato di aver deliberatamente ordinato di far bloccare e tagliare i filmati della sfilata dalla messa in onda su Channel 4 alla luce della preoccupazione per “il movimento instabile” del premiato pastore tedesco.
La cronaca riporta che questo non è né il primo né un caso isolato. Nel 2008 il documentario della BBC Pedigree Dogs Exposed ha mostrato un premiato King Charles Spaniel soffrire di siringomielia, una “grave, ereditaria, progressiva malattia neurologica” che si verifica quando il cranio di un cane è troppo piccolo per il suo cervello. La BBC aveva già accusato i metodi di allevamento, denunciando che i cani di razza allevati per le esibizioni soffrono di gravi problemi perché il loro aspetto esteriore viene enfatizzato a scapito della salute, che anche a quelli che soffrono di una malattia genetica non viene impedito di competere in mostre canine e addirittura alcuni vincono premi come i migliori esemplari della loro razza, e che le caratteristiche fisiche richieste dagli standard di razza del Kennel Club (ad esempio musi piccoli, pieghe, coda a vite e nanismo) comporteranno problemi di salute.
Sull’onda dell’indignazione e delle rivendicazioni contro la mostra la stessa BBC si è rifiutata di continuare a coprire l’evento come aveva fatto per oltre 40 anni, il Dogs Trust ha interrotto i legami con lo show e il produttore di cibo per animali Pedigree, sponsor principale da più di 40 anni della Crufts, ha posto fine alla finanziamento della manifestazione – sponsorizzazione che si dice abbia un valore fino a 500mila sterline l’anno.
Anche la RSPCA ha detto che avrebbe boicottato la Crufts, sostenendo che i criteri di giudizio del concorso incoraggiano l’allevamento di cani “deformi e disabili” e sollecitando il Kennel Club ad adottare misure urgenti per proteggere meglio il benessere dei cani che partecipano a questi eventi.” E il punto della questione è proprio questo: la messa in discussione dei criteri selettivi per le competizioni canine, e a monte la pratica stessa dell’allevamento di razza.
L’addomesticamento del cane è cominciato circa 15mila anni fa, sia come animale da compagnia sia per metterlo al servizio dell’uomo per aiutarlo a svolgere una serie di funzioni: guardia, caccia, pastorizia, trazione di slitte o carichi. Solo i cani più sani e più in forma potevano svolgere questi compiti, e sono stati questi animali ad essere selezionati per la riproduzione. I problemi cominciano meno di 150 anni fa, quando le prime associazioni di razza hanno stabilito di non allevare soltanto cani da lavoro ma anche da esposizione, con tanto di redazione dei criteri standard per definire le caratteristiche esteriori: si è passati da “prestazioni eccezionali” ad “aspetto eccezionale”. Peccato che il “buon aspetto” non corrisponda necessariamente ad una salute altrettanto buona. In pratica, le richieste di mostre canine e le associazioni di allevatori di razze stanno annullando il lavoro di 15mila anni di allevamento selettivo sano esagerando alcuni elementi estetici che hanno cambiato in modo drammatico l’aspetto di alcune razze. La conseguenza di queste alterazioni è che questi cani sono affetti da malattie genetiche derivanti da anni di incroci, come riportato da alcune indagini.
Gli animali devono convivere con queste malattie e malformazioni: gli sharpei hanno infezioni della pelle, i segugi agli occhi, i cani in miniatura rotule dislocate, i cani lunghi come il bassotto problemi alla colonna vertebrale e i cani giganti tumori delle zampe. Molti dei bulldog di razza di oggi non sono più in grado di accoppiarsi o partorire senza assistenza perché la loro costituzione è cambiata. I cani da caccia Bassett hanno stomaci molto bassi, quasi a terra, pelle flaccida, orecchie più lunghe e zampe più corte rispetto al passato. I boxer vengono allevati per avere mascelle sporgenti e naso schiacciato (che ostacola la respirazione), e viene loro mozzata la coda.
Gerhard Oechtering, professore del Dipartimento della Medicina dei Piccoli Animali dell’Università di Leipzig, si è focalizzato sulle cosiddette razze brachicefale, ossia quelle dalla testa piccola come i bulldog inglesi e francesi e i Carlini, i cui problemi dovuti alle difficoltà respiratorie sono causati dalla forma del loro muso e dal piccolo naso. Il naso dei cani non serve solo per fiutare gli odori ma è anche uno strumento indispensabile per controllare la temperatura corporea poiché i cani non sono in grado di sudare, perciò per raffreddarsi hanno bisogno dell’ampia superficie della mucosa dei turbinati nasali e di una specifica ghiandola che produce acqua nella stagione calda o quando il calore interno viene prodotto dopo l’esercizio fisico. Questo è il motivo per cui i cani devono obbligatoriamente respirare con il naso.
“Dopo quasi 150 anni di allevamento di cani di razza da esposizione purtroppo ci troviamo di fronte a un’aumentata predisposizione alla malattia e una durata di vita ridotta in molte razze, nonostante l’enorme miglioramento delle cure veterinarie, che porterà inevitabilmente a un danneggiamento della salute in tutte le razze da esposizione. Un ripensamento fondamentale dell’allevamento di tali cani è essenziale per salvare molte razze”, conclude il professore.
Sulla stessa linea il capo veterinario di RSPCA Mark Evans che, sottolineando che le pratiche di allevamento sono guidate principalmente dalle regole e dai requisiti delle mostre competitive e dall’attestazione del pedigree del cane, ha chiesto: “Vorremmo mettere in discussione come è stato permesso al pastore tedesco vincitore di essere qualificato per i Crufts.” Ma la questione è più ampia. A versare visibilmente in cattive condizioni di salute e disagio a causa della conformazione accentuata non era solo il pastore tedesco, ma anche molti altri cani: “Ad esempio, il vincitore del Toy group, un pechinese, ansimava pesantemente e faticava a respirare”, ha commentato la RSPCA.
Inoltre si dice che l’accoppiamento deliberato di cani che sono parenti stretti è pratica comune e che il Kennel Club registra cani allevati da accoppiamenti madre a figlio e fratello e sorella, geneticamente pericolosi.
Beverley Cuddy, direttore di Dogs Today ha affermato: “Lo specialista di razza a volte vede la perfezione o la bellezza in qualità che potrebbero farci rabbrividire. Le mostre hanno cambiato il modo in cui molti cani appaiono e si potrebbe dire che ora sono deformati.”
“Ciò illustra il motivo per cui vi è una urgente necessità di rivedere l’allevamento e il processo di valutazione, inclusa una revisione indipendente degli standard di razza al fine di salvaguardare il benessere di tutti i cani”, ha concluso la RSPCA.
Alcuni proprietari di cani, arrabbiati, hanno detto che il Kennel Club dovrebbe affrontare un processo per aver favorito l’allevamento di cani con difficoltà motorie. Caroline Kisko, portavoce del Kennel Club, ha dichiarato: “Qualsiasi cane può essere mostrato, ma spetta al giudice decidere se si adatta agli standard della razza. È quando le caratteristiche diventano esagerate che si possono verificare problemi di salute”, annunciando una revisione degli standard volti all’allevamento di cani più sani. Tante belle parole e tante buone intenzioni ma ancora nulla di concreto. Forse è proprio anche per questo immobilismo da parte del Club e per le numerose prese di posizione contro che la più prestigiosa mostra canina del mondo ha subito un danneggiamento di immagine: l’ultima edizione ha registrato un forte calo di interesse da parte dei telespettatori. “Il documentario Pedigree Dogs Exposed ha aiutato a convincere la gente che il Kennel Club era poco più di un programma di eugenetica raccapricciante”, afferma Stuart Heritage del Guardian.
La parola finale spetta però sempre a chi vuole possedere un cane. Perché secondo la solita logica del mercato se c’è chi vende i cani di razza selezionata è perché c’è qualcuno che li richiede in quel determinato modo, anche in vista di competizioni cui vogliono far partecipare gli animali per forza. L’effetto collaterale, oltre alla malattia stessa, è l’abbandono quando i cani si ammalano e perciò implicano cure costose e ripetute. L’alternativa all’acquisto che incentiva l’allevamento esiste e la forniscono i canili, sovraffollati di cani abbandonati tanto da dover abbattere periodicamente molti esemplari per mancanza di spazio, ma anche i centri di soccorso. Adottarne uno (per di più gratis) salvandolo è un gesto di civiltà e di amore nei confronti di coloro che sono destinati a diventare i propri fedeli compagni, che meritano di essere accettati e apprezzati nella loro natura autentica.
Lascia un commento