I vantaggi dei nidi artificiali
posted by Marianna Savarese | Giugno 21, 2016 | In Home, Vita sul Pianeta | Articolo letto 5.346 volteSe vi dicessi che avere un pennuto come vicino di casa conviene ad entrambi, mi credereste? Per rendere più chiara la mia domanda è necessario fare qualche premessa…
Come nasce un nuovo interesse? Utilità. Se non è utile non è interessante. Ma utile a cosa, direte voi? Esiste una risposta che vale per tutti: utile ad ottenere maggiore benessere. Una parola che in biologia chiamiamo fitness e rappresenta uno stato verso cui tutti gli esseri viventi tendono, anche inconsciamente, poiché così è scritto nel nostro DNA. Per l’animale homo –sì, siamo animali- il benessere moderno si ottiene col denaro: niente moneta = nessun interesse. Funziona così da sempre, e vale per tutto e tutti.
Come posso, quindi, attirare l’attenzione di tutti gli umani verso pratiche ecologiche e conservazionistiche? Facile, gli garantisco un guadagno!
Ed ecco che arriviamo alla mia proposta: un oggetto che unisce l’ecologia utile al guadagno facile, ovvero la cassetta nido. Credo che il rapporto instauratosi tra uomo e uccelli sia ormai inscindibile, seppur in continuo cambiamento. Siamo arrivati ad un punto in cui è possibile deporre le armi –nel vero senso della parola- in favore di un proficuo mutualismo. Sto parlando, infatti, di un rapporto che porta veri vantaggi ad entrambe le parti e si può ottenere facilmente con l’utilizzo di questi nidi artificiali.
Potreste chiedermi qual è il vantaggio per l’uomo nel trovare casa a un uccellino… le risposte, questa volta, sono tantissime. Le testimonianze riguardanti i primi impieghi di strutture simili risalgono già al 2000 a.C. e vedono il popolo Egizio impegnato nell’allevamento di uccelli per scopi alimentari; successivamente, con i Romani, comparve un nuovo motivo di interesse verso questi animali alati e le loro casette, ovvero una più veloce comunicazione con piccioni viaggiatori. Nel Medioevo ebbero una grande diffusione le torri rondonaie e le colombaie, importanti elementi architettonici, utilizzati tutt’ora per l’allevamento amatoriale o “da carne” dei colombi. Finalmente nell’800, in Germania, gli studi approfonditi del barone Von Berlepsch su centinaia di cavità naturali di nidificazione del Picchio hanno portato alla costruzione oculata di nidi artificiali utili, invece, per incrementare la popolazione studiata che, non a caso, essendo insettivora, aiutava a tenere sotto controllo i parassiti nocivi ai boschi delle tenute private. Già dal ‘900 i tronchetti-nido del barone tedesco sono giunti in Inghilterra per essere venduti in gran numero ad agricoltori, ornitologi e, soprattutto, alla appena costituita Royal Society for the Protection of Birds (RSPB)(vedi articolo sul Caffè Bird-Friendly).
In oltre 4000 anni si è assistito ad una grande diffusione geografica dei nidi artificiali, soprattutto oggi, grazie ad un interesse sempre maggiore in termini utilitaristici; aumentando gli impieghi, chiaramente, si è allargato anche il target di acquirenti che vanno dallo all’appassionato, dall’agricoltore all’imprenditore, fino ad arrivare nell’immenso ambito didattico con insegnanti, associazioni e… famiglie.
Scendiamo più nel dettaglio per apprezzare tutti i vantaggi che comporta l’avere una cassetta nido, facendo una distinzione in base agli interessi:
–scientifici: le ricerche ornitologiche sulla biologia riproduttiva degli uccelli sono agevolate dall’utilizzo dei nidi artificiali poiché consentono di osservare la specie target senza rischiare di compromettere la nidificazione arrecando disturbo. Dal corteggiamento all’involo dei giovani passando per scelta del nido, deposizione, cova, schiusa, alimentazione e sviluppo dei nidiacei. Alcune delle specie che in Italia hanno suscitato grande interesse sono l’Assiolo (Otus scops), l’Upupa (Upupa epops), il Rampichino (Cethia brachydactyla), su cui è stato possibile valutare diversi parametri di ricerca come la percentuale di occupazione dei nidi, il tasso di schiusa, il tasso di involo, la dimensione media della covata e addirittura il successo riproduttivo; il tutto grazie proprio a queste magnifiche strutture munite, spesso, di una semplice fototrappola (vedi articolo fototrappole). In questa categoria di utenze è principalmente l’amore della conoscenza che fa intraprendere questi studi, ma non dimentichiamo gli interessi economici per i fondi stanziati dall’Europa o dall’Italia.
–agricoli: finalmente c’è chi sta dicendo NO all’impiego massiccio di pesticidi chimici di sintesi che non fanno altro che selezionare ceppi o popolazioni di fitofagi dannosi resistenti con i quali bisognerà combattere con prodotti ancora più aggressivi, innescando, ovviamente, un vortice perverso che ha come risultati l’impoverimento ecologico e i danni sulla salute e le tasche umane. Questo improvviso cambio di direzione con colture agricole a conduzione biologica, biodinamica o con metodi di lotta integrata, è sicuramente dettato, in parte, da un desiderio di salutismo, ma soprattutto dalla consapevolezza del risparmio. L’ormai saturo mercato industriale sta cedendo il passo a piccole aziende a conduzione familiare che tengono il passo con i colossi alimentari grazie alle generose sovvenzioni europee per chi pratica un’agricoltura ecosostenibile. L’installazione dei nidi artificiali per la lotta biologica e integrata dei parassiti spicca sicuramente per semplicità di realizzazione, economicità ed efficacia.
Giusto per darvi qualche numero, è stato studiato che una coppia di Cinciarella (Cyanistes caeruleus), per esempio, cattura 8-10.000 larve di Lepidotteri (bruchi) per sfamare una sola covata media! Questi magnifici uccelli, come tutti gli insettivori e parte dei granivori, incidono significativamente sulle popolazioni dannose senza però creare squilibri o semplificazioni ambientali spesso irreversibili. Costi? Davvero bassissimi. Guadagni? Tanto alti quanto sono le rendite a pieno raccolto ed, in più, aggiungiamo gli incentivi esterni per aver agito con metodi ecofriendly.
–didattici: un approccio pratico è sempre preferibile a quello teorico poiché più incisivo e spesso comprensibile. Lo studio scolastico delle tematiche ambientali è argomento delicato poiché dimenticato dai programmi ministeriali –poi ci lamentiamo dello scarso interesse dei bambini alla natura- e lasciato, quindi, alla discrezione del docente. Se insegnamenti così importanti non vengono impartiti ai piccoli di oggi nessun adulto del domani si preoccuperà di raccogliere un Rondone caduto da un nido né tantomeno di far sentire la propria voce ad un referendum ambientale che ci vede tutti coinvolti. Assistere ogni anno alla riproduzione di un Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), magari sempre lo stesso, offrendogli una casa nel cortile della propria scuola, risulterà sicuramente decisivo nei futuri atteggiamenti dei bambini perché nessun libro eguaglierà mai l’emozione che si prova nel vedere il primo volo di un giovane uccellino. Investire nel futuro è il miglior modo di utilizzare il denaro e lo è ancora di più se per farlo basta una economica cassetta nido.
–ludici: un nuovo mercato in espansione è quello dell’ecoturismo e gli imprenditori lo sanno bene. Improvvisamente sono tutti bravi a promuovere i loro pacchetti green con un adeguamento davvero irrisorio, ovvero al costo di qualche nido artificiale che, per esempio, garantisce al cliente di svegliarsi con il canto degli uccellini. Il birdwatching è una pratica molto diffusa all’estero e sta prendendo piede anche in Italia, un Paese naturalmente ricco di avifauna per la sua diversità ambientale. Poco ci vuole a garantire l’osservazione di qualche specie carismatica, in fondo gli uccelli vanno dove trovano cibo e alloggio –un po’ come noi insomma! Per soddisfare chi ha una passione per i pennuti sarà sufficiente posizionare nidi artificiali e promuovere attività ecocompatibili, il tutto ad una modica cifra che può azzerarsi se si beneficerà degli incentivi che l’Unione Europea stanzia in favore di progetti vantaggiosi per specie protette.
E gli uccelli cosa ci guadagnano? Mi sembra quasi inutile dirlo, ma non voglio ometterlo per non dare nulla per scontato. Le drastiche modifiche che l’uomo ha apportato al paesaggio sin dal Neolitico, con il passaggio dalla condizione di cacciatore a quella di agricoltore, si traducono in assenza degli habitat fondamentali per la sopravvivenza di moltissime specie. Oggi, avere garantito un sito di nidificazione, naturale o artificiale che sia, vuol dire riuscire a riprodursi e mandare avanti il proprio patrimonio genetico. Le cassette nido, se ben realizzate, possono addirittura risultare più efficienti delle cavità naturali poiché spesso posizionate in luoghi con bassa presenza, o addirittura assenza, di predatori ed elevate risorse trofiche.
Guide e manuali di istruzione su come utilizzare le cassette nido abbondano ovunque, ma nessuno vi si avvicina se prima non gli sono stati introdotti; il mio ragionamento molto lineare può considerarsi vincente se è bastato a convincere anche solo un lettore su 10 a voler provare, per uno qualsiasi degli interessi sopraelencati, ad utilizzare queste favolose strutture facilmente reperibili on line o nei centri di recupero della fauna selvatica. Prima di farlo, però, è importante conoscere le specie di uccelli presenti ed, in base a queste, scegliere il tipo di nido adatto per forma, dimensione e foro d’entrata; fondamentale, inoltre, è la loro giusta collocazione, in modo da aumentare le possibilità che la Vostra cassetta nido venga occupata dal giusto affittuario.
Maggiori informazioni tecniche per la giusta installazione, le potete trovare praticamente ovunque, dai siti internet ai manuali cartacei; di seguito i più attendibili:
- http://www.lipu.it/nidi-per-uccelli-di-bosco-campagna-e-citta
- http://www.komitee.de/it/uccelli-giardino/cassette-nido
- Nidi Artificiali, di Premuda, Bedonni, Ballanti. Edagricole editore.
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Marianna Savarese
Presentarmi come una Naturalista, prima ancora di specificare il mio nome, è oramai una mia inguaribile usanza distintiva. Sono Marianna Savarese, classe ’91, laureata con lode in Gestione e Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali, nata e cresciuta nella bellissima Napoli. Ho sempre saputo quale fosse la mia strada: conoscere e proteggere l’Ambiente. Parallelamente agli studi universitari ho partecipato, e partecipo tutt’ora, a numerose attività di ricerca scientifica in campo; ho collaboro con l'Istituto di Gestione della Fauna con attività di monitoraggio e censimento utili per la stesura di VIA e VAS, per la riqualificazione ambientale e la tutela delle risorse naturali. Dal 2013 ho cominciato a specializzarmi nel competitivo campo degli studi ornitologici, mediante tecniche di cattura e inanellamento a scopo scientifico, presso un sito Natura2000/SIC/ZPS/Ramsar in provincia di Caserta e, ancora oggi, continuo prendendo parte a progetti di biomonitoraggio nazionali e internazionali. A seguito di incarichi come guida naturalistica ed esperto ambientale in progetti scolastici, mi sono molto avvicinata alla delicata sfera della divulgazione scientifica e dell’educazione ambientale; qui posso trasmettere l’entusiasmo e l’interesse che mi caratterizzano. Sono stata responsabile provinciale del settore Educazione della LIPU di Napoli e guida naturalistica esperta del Real Orto Botanico di Napoli. Ora vivo a Milano, ma spesso mi muovo tra Europa ed Africa come Tour leader di viaggi naturalistici.
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