Come riconoscere i serpenti: innocuo o velenoso?

vipera 1

La classe dei Rettili (dal latino repto “striscio”) annovera numerosi animali diversi per forma, dimensione, ambiente e, soprattutto, a dispetto del nome, per tecnica di locomozione. Il primo tipo di rettile strisciante che a tutti viene in mente, però, è sicuramente il serpente, ovvero una qualsiasi specie del sottordine degli Ofidi. Questi animali presentano torso e coda molto allungati (fino ad oltre 500 vertebre) ed uno scheletro privo di sterno, bacino e arti anteriori; gli arti posteriori sono presenti solo in alcune specie (boa e pitoni) come appendici vestigiali (inutili) in posizione laterale alla cloaca. È proprio questa forma peculiare del corpo che condiziona la caratteristica locomozione dei serpenti; senza dilungarci troppo sulle diverse tecniche (ebbene sì, c’è strisciare e strisciare), è importante sapere che i serpenti possono avere un movimento serpeggiante, a fisarmonica o cruciforme che varia anche in base al substrato (liscio o con asperità, in acqua, terreno o su vegetazione).

Il successo ecologico degli Ofidi è dovuto alla notevole varietà di caratteri che permette loro di adattarsi pressoché ad ogni habitat; essi sono presenti in tutti i continenti, dall’Artide (fino ai 70°Nord) all’estremo sud dell’America e dell’Africa, fino in Australia, rivestendo, quindi, un ruolo importante nella storia di quasi tutti i popoli della Terra.

In assoluto possiamo affermare che i serpenti, in particolare quelli velenosi, hanno da sempre attirato l’attenzione dell’uomo, nel bene e nel male. Per come la vedo io, è la religione che ne ha determinato un interesse positivo, come nel caso di molti politeisti, oppure un atteggiamento di rifiuto e terrore, nel caso dei monoteisti.

Michelangelo-Cappella Sistina: nelle religioni monoteiste è l’incarnazione del peccato.

Le culture dell’Europa occidentale, soprattutto quelle di origine latina, che vedono gli ofidi, e le vipere in particolare, come protagonisti funesti di terribili pregiudizi, superstizioni e paurose dicerie, non fanno altro che alimentare retaggi di un cristianesimo piuttosto primitivo e medievale; sono molti gli studi pubblicati in proposito e tutti hanno visto nella religione cristiana un tentativo (direi riuscitissimo oltre ogni immaginazione iniziale) di aborrire e rinnegare una delle più significative manifestazioni del sacro all’interno del politeismo.

Caduceo: nelle religioni politeiste è simbolo di pace e prosperità

Sono molte, infatti, le religioni che vedono i serpenti come archetipi di iniziazione, simboli fallici o di virilità, prudenza, saggezza, prosperità e fertilità, salvezza, liberazione, redenzione, immortalità e addirittura trascendenza; questi sono solo alcuni esempi, eppure bastano a far capire l’importanza delle serpi nella vita di molti popoli che, ancora oggi, li venerano e li proteggono considerando un sacrilegio la loro uccisione.

Oggi, l’ignoranza che caratterizza le persone artefici di inutili uccisioni di serpenti, non può più essere giustificata! Sentir uscire dalla bocca di persone acculturate che “il miglior serpente è quello morto” mi fa accapponare la pelle, non solo per la stupidità dell’affermazione, ma soprattutto perché questo vuol dire che la cultura è ora diventata così selettiva da classificare la basilare conoscenza degli animali come settoriale e di nicchia, a vantaggio, magari, della storia del calcio.

Come possiamo non conoscere un animale così importante e con cui viviamo a così stretto contatto? Come possiamo, nella nostra infinita ignoranza, uccidere un animale solo perché ci sembrava pericoloso? Qui si parla di uno sterminio ingiustificato e gratuito! Anzi non gratuito, ma remunerativo perché ogni estate vengono organizzate vere e proprio battute alle serpi che promettono un compenso in cambio di ogni vipera (o presunta tale) uccisa. Gli articoli di giornale non aiutano, riportando le notizie di grandi gesti eroici compiuti da persone che, invece, hanno linciato, bastonato, fucilato un biacco o una biscia, animali assolutamente innocui. In questi sciocchi titoli si alimenta la paura con la semplice descrizione di un fenomeno biologico, ovvero la nascita estiva della nuova generazione di serpentelli, come fosse un’invasione aliena dei luoghi di villeggiatura.

Un buon giornale non inventa notizie per fare audience sfruttando la paura dei lettori, un buon giornale vi insegna a riconoscere il serpente che avete davanti e vi parla dell’importanza di questi animali per l’equilibrio ambientale e il benessere dell’uomo.

Per esempio…

Tra i vertebrati terresti, i serpenti sono i maggiori consumatori di topi (225 per ettaro, ogni anno), anfibi, pesci e insetti che spesso sono responsabili di danni alle colture o del dilagare di pericolose epidemie; con ogni loro pasto, operano un notevole controllo demografico su animali altrimenti impattanti e una importante azione profilattica contro i portatori di patogeni, diventano, quindi, un importante cuscinetto ecologico.

Le uniche due famiglie di serpenti che abitano la penisola italiana sono i Colubridi e i Viperidi con 18 specie totali di cui solo 4 su 18 velenose (tutte Viperinae). I casi di decesso per via di un morso di vipera sono tuttavia esigui (circa l’1% dei ricoveri), sia per la scarsa efficacia del loro veleno su un uomo adulto in salute sia per l’indole elusiva di questi animali che tendono ad evitare il contatto con l’uomo in ogni modo possibile.

Contro ogni immaginazione, distinguere una vipera da un innocuo colubride italiano è davvero semplice, basta sapere cosa osservare: testa, coda, squame del capo, squame tra occhio e labbro, pupilla, denti, ferita (lasciata dal morso). Può sembrare difficile (o tecnico, come direbbero molti per giustificarsi), ma in realtà sono quasi tutti caratteri apprezzabili al primo colpo d’occhio, ai quali possiamo aggiungere ulteriori indizi dati dal portamento (per questo serve un poco di pratica, ma un buon giornale vi descrive anche questo!). Proviamo insieme a fare un veloce schema che ci consentirà di capire subito se il serpente che abbiamo davanti è un Colubride o un Viperide:

-se è in movimento: la prima osservazione davvero utile è la velocità poiché le vipere sono serpenti tozzi che si muovono lentamente e non in grado di allontanarsi velocemente dalla fonte del pericolo; se vedete guizzare via un serpente agile e snello è sicuramente innocuo. Altri aspetti apprezzabili in movimento sono la forma della testa e della coda dell’animale che saranno nettamente distinte dal resto corpo solo nei viperidi, tipici per cranio triangolare e brusca strozzatura caudale; se la testa non è ben distinta dal corpo e la coda è lunga ed omogenea è sicuramente innocuo.

Vipera

Marasso palustre (Vipera berus)

-se è in stato di riposo: così come fanno i rapaci ofiofagi per scegliere la loro preda, possiamo distinguere una vipera da un colubro osservandoli mentre sono in posizione di quiete. Le vipere hanno sempre il capo in posizione di allerta, ovvero leggermente sollevate rispetto al resto del corpo, arrotolato o disteso che sia; i colubri, invece, hanno sempre il capo basso, al centro poggiato sul tronco, se arrotolati, o sul terreno se il corpo è disteso. Sarà ancora più facile, ora, poter apprezzare i dettagli più minuti del capo, come forma e dimensione delle squame e della pupilla. Le squame sul capo delle vipere sono molto piccole e frammentate, tanto da sembrare un mosaico, contrariamente a quelle dei colubri che, invece, si presentano grandi e regolari; essendo queste ultime complessivamente di dimensioni maggiori, andranno a formare una sola fila tra occhio e labbro superiore, mentre quelle più piccole delle vipere ne formeranno più di una. La pupilla è un altro carattere distintivo per la sua palese diversità: ellittica e verticale se di una vipera, rotonda se di un colubro. Difficilmente vi sarà possibile osservare i denti degli ofidi, se succede è perché o vi hanno morso (rarissimo comportamento di difesa delle vipere che, messe alle strette, non hanno altre vie di fuga) o stanno simulando la morte con la bocca aperta (la tanatosi è una tipica tecnica difensiva dei colubri che in questo modo dissuadono il predatore dal mangiare una carogna per poi allontanarsi illesi). In entrambi i casi potrete notare l’enorme differenza della dentizione di queste due famiglie: ai tanti piccoli denti uguali tipici di tutti i Colubridi, si aggiungono due zanne velenifere molto lunghe nei Viperidi.

Ebbene questa NON è cultura settoriale, bensì cultura generale! I fondamenti ecologici e zoologici che tutti dovremmo avere, se non altro, per saper distinguere un animale innocuo da uno potenzialmente pericoloso. Voglio infine specificare che questi affascinanti animali sono tutti ugualmente importanti e, dunque, tutelati per legge; se si temono, la soluzione non è ucciderli, bensì studiarli e imparare a conviverci essendo coscienti del fatto che sono quasi tutti innocui o, comunque, pacifici se non disturbati.

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  1. GualbertoTiberi
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    • Imperial Bulldog
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