Leo, il labrador dell’unità cinofila
Il 24 Agosto, a 7 anni dal terremoto dell’Aquila, l’allungamento della catena appenninica ancora in formazione torna a far tremare il centro Italia con una scossa sismica di intensità 6.0 della scala Richter. Alle ore 3.36 la prima scossa, quella più violenta, seguita da uno sciame sismico di altre 900, coglie impreparata la popolazione. L’ipocentro si è registrato a soli 4 Km di profondità, sotto Accumoli (suo epicentro), in provincia di Rieti e a poca distanza dal comune di Amatrice; queste le zone, quindi, dove ci sonno stati maggiori danni con la quasi totalità degli edifici rasi al suolo. Le onde si sono propagate velocemente sino a raggiungere Rimini, Roma e addirittura Napoli dove le abitazioni più alte hanno oscillato per 20 secondi facendo subito riversare in strada i cittadini allarmati. La zona gravemente colpita è ampia, si estende sulle regioni di Lazio, Molise, Marche, Umbria e Abruzzo, tutte ad elevato rischi sismico per la conformazione geologica del territorio centro appenninico. Le forze dell’ordine si sono subito mobilitate per soccorrere la popolazione di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto e di tutti gli altri centri in difficoltà, ma sono stati rallentati dalle successive scosse di intensità 5.1 e 5.4 e dalle operazioni di sgombro delle strade. Le vittime sono tantissime, oltre 280 tra uomini, donne e bambini, numero destinato a salire di ora in ora a causa della ormai troppo lunga permanenza sotto le macerie. In prima linea, ad aiutare nel ritrovamento dei superstiti, ci sono tecnici molto ben allenati: i cani.
Da tutta Italia arrivano unità cinofile specializzate nel soccorso ed ufficialmente riconosciute dagli enti nazionali e dalle forze dell’ordine, ma vista la necessità si improvvisano tali addirittura i cani da tartufo che abbondano nelle zone colpite dal sisma. Da Friuli Venezia Giulia sono state inviate 5 unità cinofile, dalla Lombardia 45, e altre ancora dalla Valle D’Aosta, Campania e Abruzzo; dal centro di coordinamento del Trentino, attivo 24 ore su 24, sono subito intervenute le squadre attrezzate che ad oggi sono state già raddoppiate con le ulteriori 13 unità di Bolzano, addestrate proprio per operare in condizioni di valanghe e terremoti.
Delle 238 persone estratte vive, molte sono state individuate dal fiuto di cani come Leo, labrador della squadra dei cinofili della Polizia di Pescara e di Ancona; con il suo conduttore, Matteo Palladinetti, Leo ha prontamente segnalato il punto in cui scavare per trovare Giorgia, bimba di soli 4 anni rimasta intrappolata per 16 ore tra le macerie di casa, a Pescara del Tronto. Insieme a lei i genitori, trovati feriti dopo poco tempo dall’inizio delle ricerche, e la sorella di 10 anni, unica trovata morta per averle fatto scudo con il corpo.
L’intervento dei cani da ricerca e soccorso in questo caso, come in molte altre situazioni di emergenza, è davvero prezioso per poter ridurre i tempi di ritrovamento e, quindi, aumentare il tasso di sopravvivenza; gli esperti parlano del lavoro di un solo cane come equivalente a quello di 20 uomini. Basti pensare all’olfatto di questi animali, efficientissimo grazie alla particolare mucosa olfattiva; in un cane adulto la superficie totale di questa mucosa è di circa 7 metri quadrati per uno spessore in media di 1 decimo di millimetro, mentre quella di un uomo adulto è di soli 50 centimetri quadrati per uno spessore di 5 millesimi di millimetro. Per questo motivo il cane ha circa 225 milioni di cellule olfattive contro i circa 15 milioni dell’uomo. Un muso lungo equivale ad una più voluminosa cavità dell’osso etmoide colma di volute nasali, dove l’aria in eccesso passa e fa percepire distintamente gli odori. Parte dell’addestramento cinofilo mira proprio a sviluppare l’interesse dei cani da ricerca verso gli odori appartenenti all’uomo.
Ad avvalersi maggiormente dell’aiuto dei cani è il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico che ha fatto delle UCRS (Unità Cinofile da Ricerca in Superficie) e delle UCV (Unità Cinofile da Valanga) uno strumento indispensabile per ottimizzare le risorse e i tempi nella ricerca di persone disperse. Per far questo sono state istituite le Scuole Nazionali U.C.R.S. e U.C.V, riconosciute dallo Stato Italiano rispettivamente attraverso la Legge n.74 del 21/03/2001 e con il decreto ministeriale 3/053/13 Emerg. del 30/04/1987; al termine dell’addestramento, se la valutazione è positiva, viene rilasciato il brevetto di operatività alla coppia conduttore-cane.
Ma come si addestra un cane? Quale razza va meglio?
Non tutti i cani sono adatti a questo lavoro, ci sono alcuni caratteri fondamentali da riscontrare prima di poter cominciare, il prima possibile, l’addestramento. Un buon cucciolo, per diventare Abile Arruolato, deve dimostrare docilità, tempra, curiosità olfattiva, attenzione, temperamento e combattività, ma mai aggressività. Il carattere del cadetto viene subito messo alla prova per testare le reazioni istintive alle più comuni situazioni di difficoltà quali, per esempio altezza, vuoto, acqua, fuoco e scoppi improvvisi. A questo punto comincia la parte più piacevole dell’addestramento, il consolidamento del rapporto cane-conduttore, fondamentale per l’operatività in campo; se si comincia prima dei 6 mesi di vita del cucciolo sarà più semplice poiché avverrà un imprinting istintivo verso l’umano che lo cura, ovvero una sorta di riconoscimento del capobranco con incondizionata fiducia verso di esso. Solo dopo che il cucciolo avrà imparato perfettamente ad eseguire i comandi del conduttore ed avrà dimostrato disinteresse totale verso gli altri individui della sua specie, si potrà cominciare con il vero addestramento tecnico, quello della ricerca. Qui entrano in gioco le doti olfattive del cane, continuamente stimolate per un maggiore sviluppo e controllo; bisogna cambiare l’istinto del segugio in modo che segua gli odori che interessano al suo conduttore e non a lui. Quando l’Unità Cinofila è pronta a cercare insieme i dispersi, viene sottoposta agli ESAMI Attitudinali, dove una commissione nominata dall’E.N.C.I. (Ufficio Prove) esamina la coppia e la ufficializza idonea all’ incarico assegnato.
In Italia per la ricerca in superficie abbiamo un maggior utilizzo delle classiche razze da pastore, in quanto naturalmente portati al compito, tra cui troviamo pastore tedesco, pastore belga, collie e border collie, bovaro delle fiandre e quant’altro; oltre ai pastori vengono spesso impiegati anche i cani da caccia come il weimaraner, oppure riesenschnauzer, doberman e boxer per il gruppo utilità e, ultimamente è in crescita l’occupazione dei retriver come labrador e golden che stanno dando ottimi risultati. Tante razze utili quante sono i meticci dimostratisi perfetti per questo difficile ruolo, a patto, ovviamente, che non siano di taglia troppo piccola o di carattere debole per poter affrontare tutte le difficoltà fisiche e psicologiche delle ricerche. In questo campo non vi è mai esclusione di soggetti non blasonati così come non esiste distinzione tra maschio e femmina, si guarda solo alla prestanza e al carattere.
Altri animali utili in caso di smarrimento sono i cani molecolari, normalmente impiegati per la localizzazione di un odore su un vasto territorio; un tipo di addestramento ben diverso che consiste in numerosi anni di sviluppo olfattivo tramite la ricerca di una sola persona facendone annusare un indumento. Il cane molecolare è quasi sempre di razza bloodhound per il suo finissimo fiuto in grado di ricordare gli odori; spesso utilizzato dalle forze dell’ordine in casi di rapimenti o per i ricercati, ma anche come supporto ai cani da soccorso per individuare i dispersi.
E’ chiaro come l’impiego di questi animali sia reso possibile grazie all’impegno degli addestratori e ancor di più dei conduttori che riescono a stabilire un legame unico con questi eroi a quattro zampe.
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