La lumaca e l’oro di Montezuma

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Non c’è che dire, come un virus molto contagioso la febbre dell’oro è ancora frequente nel nuovo continente. Me ne sono accorta cercando del buon materiale per la storia che vi sto per raccontare. La mia intenzione, come sempre, era di trovare delle solide basi scientifiche su cui fondare la narrazione ma, leggendo le fonti più svariate, mi sono resa conto che, in questa storia, non è più possibile separare i fatti realmente accaduti dalla leggenda. Sono così tante le testimonianze, le ipotesi e le supposizioni che persino la distruzione di una civiltà è stata trasformata in un racconto avvincente e sempre attuale perché, in ballo, c’è un tesoro che pare sparito nel nulla.

A distanza di mezzo secolo dagli accadimenti, c’è chi crede alle leggende e, ancora oggi, alcuni dedicano parte della loro vita alla ricerca del tesoro nascosto di Montezuma.

Permettete anche a me, solo per una volta, di partire dalla leggenda e raccontarvi cosa hanno in comune un imperatore azteco, il suo oro e… una piccola lumaca.

Era il 1519 quando Hernan Cortés, conquistatore spagnolo, sbarcò sulle coste del Messico per convertire gli indigeni al Cristianesimo e, al contempo, arricchirsi di oro e gemme preziose.cortes

Quando alle orecchie dell’imperatore Montezuma giunse la voce dell’arrivo dell’uomo bianco, egli si ricordò della profezia del Dio Sole secondo la quale la divinità stessa, un giorno, sarebbe tornata sulla terra per rivendicare il suo trono.

Nella speranza di mantenere il suo potere, Montezuma pensò fosse opportuno inviare agli dei appena arrivati dei doni per convincerli a tornare da dove erano venuti. Purtroppo questo atteggiamento non fece altro che aggravare le cose perché, i conquistadores, alla vista dei tanti oggetti preziosi a loro offerti, si convinsero che proprio la città azteca di Tenochtitlán, sarebbe stata la fonte di ogni loro futura ricchezza. Così, contro il volere dell’imperatore, Cortés entrò in città acclamato come un dio.

Per ciò che sappiamo, il tesoro degli aztechi doveva realmente essere impressionante. La quantità di oro e oggetti preziosi erano stati accumulati in anni di conquiste a discapito di altre civiltà centroamericane e, presumibilmente, tutti quegli oggetti di inestimabile valore dovevano trovarsi proprio lì a Tenochtitlán (l’attuale città del Messico).

Alla fine, Cortés, si rivelò il conquistatore sanguinario che realmente era e rinchiuse in prigione Montezuma e 600 nativi. Immediatamente si mise alla ricerca dell’oro e nel palazzo dell’imperatore trovò una stanza segreta così piena di oggetti preziosi che ci vollero tre giorni solo per dividerli tra tutti i soldati.

Tutto quell’oro era sufficiente a rendere ogni partecipante alla missione inverosimilmente ricco ma, la febbre dell’oro offusca la mente e quella volta portò i conquistadores a intraprendere una campagna di terrore verso la popolazione civile perché fosse detto loro dove trovare altro oro.

Pian piano gli Aztechi si stancarono della tirannia spagnola e iniziarono a mettere in dubbio l’origine divina di Cortés fino al giorno in cui si ribellarono. I conquistadores furono costretti a fuggire e la ritirata fu tanto improvvisa da obbligarli ad abbandonare sul posto quasi tutto il tesoro di cui si erano appena appropriati.

Tre anni dopo Cortés tornò a Tenochtitlan per riprendersi ciò che aveva dovuto abbandonare. Catturò e torturò il nuovo sovrano ma, tutto ciò che riuscì a rimediare, fu una canoa di paccottiglie senza valore. Il tesoro di Montezuma era andato perso per sempre.

Sono molte le teorie sulla fine dell’oro di Montezuma. Alcuni storici ritengono sia rimasto nel luogo dove è stato abbandonato seppellito sotto gli strati di terra prima e cemento poi di Città del Messico; altri ritengono, invece che gli spagnoli siano riusciti a imbarcarlo ma che la nave sia affondata a seguito di una tempesta tropicale.

C’è, però, un racconto, molto più avvincente che è tramandato dai discendenti aztechi in Costa Rica e parla di un lungo esodo verso il nord.
Quando Cortés e i suoi soldati si ritirarono, si racconta, i sommi sacerdoti aztechi capirono che era solo una questione di tempo prima che gli invasori tornassero più forti di prima. Per questo motivo organizzarono un corteo di 2000 uomini e migrarono verso nord in cerca di una terra più sicura portando con sé tonnellate d’oro e d’argento. Sempre secondo la leggenda, gli uomini viaggiarono a lungo e, quando giunsero al margine di un deserto, il tesoro fu seppellito e gli schiavi uccisi.

Non si sa quanto lontano arrivò l’esodo ma, la teoria più accreditata para indicare nello stato dello Utah il luogo dove si troverebbe l’immenso tesoro.

La leggenda narra che nel 1920 Freddy Crystal, minatore e cacciatore di tesori trovò una mappa nascosta all’interno di un manoscritto in una chiesa di Città del Messico. Il manoscritto avrebbe indicato il luogo in cui i sacerdoti ordinarono di seppellire il tesoro e, con sua grande sorpresa, riconobbe in quei disegni un’area definita dello Utah, alla periferia di una cittadina di nome Kanab.

Quando Crystal raggiunse il Johnson Canyon, non ci impiegò molto a capire che si trovava nel posto giusto poiché la roccia era completamente ricoperta da incisioni azteche. Perlustrando l’area fu in grado di trovare un ingresso sigillato che riuscì presto ad aprire e a rivelargli una rete di corridoi adorni di vecchie statue. La ricerca di aiutanti scavatori non fece altro che alimentare una corsa all’oro che coinvolse la quasi totalità della cittadina di Kanab. I corridoi furono perlustrati ma, al di là di una serie di reliquie e oggetti antichi non fu trovato nessun oggetto d’oro.

Da allora, la maggior parte dei cercatori d’oro improvvisati tornarono alle loro attività e si dimenticarono del tesoro ma qualcuno non si arrese, continuando la ricerca impossibile. Uno di loro è certamente Brandt Child, un cittadino del luogo, cresciuto con il mito del tesoro perduto di Montezuma.

Oggi, lui crede di aver individuato esattamente il luogo dove sarebbe sepolto il tesoro. Crede fermamente che il bottino si trovi sul fondo di un lago nella contea di Kane; secondo la sua teoria gli aztechi drenarono il fiume, seppellirono il tesoro in una fessura all’interno della roccia e poi, lasciarono che lo specchio d’acqua si riempisse nuovamente.

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Appena gli fu possibile acquistò l’area e inizio le sue ricerche. In un primo momento mandò in perlustrazione dei subacquei ma, quando anche una squadra di esperti, non riuscì a raggiungere la parte più nascosta dei cunicoli prese la decisione estrema: drenare il lago.

La storia a questo punto potrebbe giungere a una facile conclusione; Child trova il tanto cercato tesoro e diventa improvvisamente milionario oppure fa il classico buco nell’acqua. Sembra, però, che una forza misteriosa voglia che il mistero rimanga tale.

Quando ormai tutto era pronto per l’operazione di drenaggio, l’Agenzia per la Pesca e la Fauna Selvatica degli Stati Uniti (FWS), scopre proprio in quella pozza una popolazione di una rara lumaca ambrata, così rara che pare sia presente solo in quel luogo.

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Siccome la lumaca è in serio pericolo di estinzione il governo ha impedito a Child non solo di drenare l’acqua ma di dare inizio a qualsiasi attività nella sua proprietà che possa dar fastidio al mollusco.

Se è possibile, per i biologi, la lumaca ambrata di Kanab (KAS) è un mistero ancora più grande della sparizione del tesoro di Montezuma. A partire dal suo nome, ancora non vi è accordo se si tratti effettivamente di una nuova specie o solo di una subspecie.

I primi esemplari furono raccolti già agli inizi del 1900 ma la definitiva collocazione sistematica fu possibile solo nel 1990.

Come spiegano i ricercatori la difficoltà di dare un nome a questa specie e la sua strana distribuzione lungo il Gran Canyon? Anche in questo caso le possibili interpretazioni sono molte.

Probabilmente ci troviamo di fronte a una specie relitto, ossia una specie che in precedenza era presente in un territorio più vasto e che attualmente è confinata in ambiti ristretti a seguito di eventi che l’hanno condannata all’estinzione quasi ovunque. Una spiegazione potrebbe sicuramente trovarsi nel sistema di dighe presenti lungo il Gran Canyon che dalla metà del secolo scorso ha profondamente modificato le condizioni di umidità degli anfratti che ospitano specie dalle esigenze ecologiche simili.

Un’altra teoria, non meno curiosa, sostiene l’ipotesi della dispersione per lunghe distanze. Lumache molto simili a KAS si trovano solo in Canada nell’area di Alberta. Si sta valutando la possibilità che le anatre, durante le loro lunghe migrazioni abbiano accidentalmente portato con sé degli individui dal Canada tramite ectozoocoria (trasportandoli con le loro zampe), o tramite endozoocoria (ingurgitando e quindi espellendo con le feci uova vitali di lumaca).

I misteri dietro l’origine di questa particolare popolazione di lumache sembrano essere ancora più fitti di quelli nascosti dietro la sparizione del tesoro di Montezuma. Nell’attesa che la scienza ci riveli almeno questo mistero, possiamo inventare noi un finale degno di una leggenda centenaria. A me, ad esempio, piace pensare che i duemila custodi del tesoro non furono uccisi ma trasformati in lumache dorate e finché la loro specie non si estinguerà anche l’oro di Montezuma sarà custodito e protetto.

Per approfondire:

 

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