Wild Rome
posted by Barbara Dalla Bona | Ottobre 24, 2016 | In Home, Vita sul Pianeta | Articolo letto 2.370 volte“Guardandola dall’alto, magari da un aereo in partenza, lontani dal caos quotidiano, si può constatare che Roma è una città verde, una città sorprendentemente verde. È difficile da credere, soprattutto per chi la vive ma, con i suoi 131,7 metri quadrati di verde urbano pro-capite, Roma è una delle città più green d’Europa”.
Queste sono le prime righe della presentazione di Wild Rome, un progetto nato dalla volontà di raccontare la Roma degli animali selvatici tramite gli scatti suggestivi di due pazienti fotografi naturalisti: Roberto Isotti e Alberto Cambone.
Il viaggio attraverso il mondo nascosto ha solo inizio con la mostra attualmente ospitata nel Museo di Zoologia ma è un progetto durato anni che ha in programma la realizzazione di una mostra itinerante da esporre “en plain air” nelle aree naturali dei municipi romani, la produzione di un video multimediale da mostrare ai singoli cittadini e nelle scuole in occasione di incontri pubblici ed eventi e avrà il suo culmine nella pubblicazione di un volume fotografico di qualità, con gli scatti più belli corredati da informazioni dettagliate sulle specie immortalate.
Oltre a parchi e giardini privati, il territorio romano include ben 52.000 ettari di aree agricole; parliamo di ecosistemi complessi (in alcuni casi di grande valore ambientale) che ospitano 40 specie di mammiferi, 16 di rettili, 10 di anfibi, 5200 di insetti e ben 121 specie di uccelli di cui 78 nidificanti.
Questi cittadini romani un po’ schivi hanno trovato rifugio tra i monumenti del centro, nelle ville storiche edificate nel cuore della città e nei grandi parchi suburbani ma anche nei giardini condominiali, nei filari di alberi lungo le strade o nei pratoni abbandonati nei quartieri periferici. Ogni anno 5000 esemplari selvatici vengono recuperati a Roma e reintrodotti in natura. Non si tratta solo di specie autoctone: colonie tropicali, come i pappagalli parrocchetti dal collare e parrocchetti monaco, sono presenti al parco della Caffarella, a Villa Pamphili e a Villa Borghese. Tra i mammiferi un gran numero di ricci, faine, volpi e cinghiali che attirano i lupi, sempre più vicini alla capitale.
Un mondo nascosto, ignorato dalla gran parte dei romani che Homo Ambiens ha voluto raccontare partendo da una prospettiva ad altezza topolino. L’obiettivo è mostrare gli animali senza pregiudizi, come dei singolari vicini di casa con caratteristiche uniche e, accendendo i riflettori sulla bellezza della biodiversità ospitata nella capitale, creare empatia anche per quelle specie meno popolari tra i cittadini.
Wild Rome vuole invitare il visitatore della mostra o il partecipante agli eventi a riscoprire una parte della propria città, per giungere alla consapevolezza che anche i luoghi apparentemente più conosciuti possono riservarci grandi sorprese; l’importante è imparare a guardarli con occhi ed “obiettivi” nuovi.
Dopo la pubblicazione delle foto su Nat’images e National Geographic Italia, gli autori ritengano sia arrivato il momento della realizzazione del volume fotografico. Il libro definitivo sarà composto da 192 pagine e conterrà circa 100 foto. Sarà pubblicato in lingua italiana, francese e inglese.
Per avere piena libertà nelle scelte editoriali gli autori hanno deciso di sfruttare l’opportunità del crowdfunding, convinti che (anche grazie ai numerosi riconoscimenti già ricevuti) il progetto possa incontrare l’apprezzamento del pubblico italiano e internazionale.
Durante la serata del 15 Ottobre, presso il Museo di Zoologia a Roma, è stata lanciata la campagna tramite Kickstarter (il link lo trovate qui sotto). Perché il volume possa rapidamente vedere la luce, gli autori si augurano di raggiungere 350 preacquisti entro la fine di Novembre.
Il numero e la varietà di animali selvatici che decidono di vivere in prossimità dei grandi centri urbani è in aumento negli ultimi anni ma Roma, per la sua particolare topografia, è da sempre considerata un valido rifugio per un gran numero di specie. Noi cittadini umani non possiamo far altro che cercare di conoscere meglio i nostri vicini animali. Forse, sperano gli autori, dopo averne conosciuto la storia sarà, per tutti, più facile amare e rispettare gli abitanti della “Wild Rome”.
Per approfondire:
- http://www.homoambiens.com/pagine/volume_wild_rome/
- https://www.kickstarter.com/projects/93179376/wild-rome-animals-living-free-in-the-eternal-city/community
- http://www.lastampa.it/2015/08/30/scienza/ambiente/inchiesta/sempre-pi-animali-selvatici-nelle-citt-italiane-GW619T4JwE3q0EylWqPVjM/pagina.html
About The Author

Barbara Dalla Bona
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani. Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale. La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge. Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale. La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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