Białowieża, la foresta vergine in pericolo
posted by Barbara Dalla Bona | Aprile 6, 2017 | In Home, Vita sul Pianeta | Articolo letto 3.894 volteIl governo polacco ha appena ripreso il suo piano di abbattimento nella foresta di Białowieża nonostante le proteste dei gruppi ambientalisti e l’opposizione dell’UNESCO.
L’obiettivo rimane quello dichiarato a inizio 2016: l’asportazione dal patrimonio forestale di ben 180.000 metri cubi di legname. Il direttore dell’ente per le foreste polacco, Konrad Tomaszewski, ribadisce”L’abbattimento selettivo è l’unico trattamento efficace per proteggere gli alberi sani dall’avanzata del bostrico (un coleottero che attacca solo l’abete rosso)”.
Ricordando quanto le nostre amministrazioni siano state lente nell’attuare una qualsiasi forma di azione protettiva e preventiva contro il punteruolo rosso potremmo essere tentati di lodare la solerzia del governo polacco. Peccato, però, che dall’inventario degli alberi abbattuti sin ora appare un dato strano. La metà di essi non sono abeti e, quindi, non vi sarebbe per loro alcun pericolo di essere attaccati dal parassita.
Qualcosa, di sicuro non torna. Non torna che nonostante le associazioni ambientaliste locali e internazionali abbiano più volte messo in guardia il governo sulla minaccia apportata all’intero ecosistema, non ci sia stato nessun ripensamento da parte del governo.
Non torna che nonostante l’UNESCO abbia più volte di mostrato che il bostrico, non solo è tollerato, ma è elemento vitale per plasmare l’ecosistema forestale, gli abbattimenti stiano continuando.
Non è chiaro perché, nonostante le critiche della comunità internazionale e degli stessi cittadini polacchi che hanno raccolto quasi 200.000 firme per bloccare il diboscamento, nemmeno un politico si sia mosso per contenere i danni.
Cosa ancora più pericolosa, non si capisce perché, anche dopo una procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea non ci siano stati cambiamenti nel piano di abbattimento.
Per quanto un governo centrale (e di questo in particolare dubito fortemente) si possa sentire coinvolto nei problemi ambientali, tanto da allocare nel piano anche un buon numero di risorse, una tale tenacia è incomprensibile e non è difficile arrivare a credere che alle spalle ci siano altre, rilevanti, motivazioni.
Białowieża è una foresta vergine, l’ultima grande foresta di pianura in Europa che è sopravvissuta a 10.000 anni di convivenza con l’uomo. Attualmente ricopre circa 150.000 ha tra Polonia e Bielorussia; al suo interno vivono più di 20.000 specie animali tra cui il maestoso bisonte europeo e nasconde abeti e querce più alti di 40 metri. In Bielorussia l’intera foresta è protetta come parco naturale mentre, in Polonia, solo parte di essa lo è.
Białowieża fu designata patrimonio dell’UNESCO nel 1979 perché ecosistema unico al mondo. Un luogo dove anche un tronco lasciato a marcire può diventare fonte di vita per specie rare e preziose, come il picchio tridattilo e dove anche un’infestazione (come quella del bostrico, ad esempio) è elemento chiave per ripristinarne gli equilibri, come spiega l’attivista di Greenpeace Katarzyna Jagiełło.
Una delegazione UNESCO ha visitato Białowieża la scorsa estate per valutare la situazione. Luc Bas, il direttore dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che presiede il comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco, ha ammesso che l’organizzazione stava ricevendo un gran numero di informazioni preoccupanti sulle attività di diboscamento in vari punti della foresta.
“Il taglio degli alberi di Białowieża – spiega Agata Szafraniuk, legale di ClientEarth – non solo sarebbe un errore in termini ecologici e di consenso popolare ma è del tutto illegale”. La foresta è patrimonio UNESCO ed è protetta da Rete Natura 2000, lo strumento dell’UE per la conservazione della biodiversità”.
Per questo motivo è stata presentata una denuncia alla Commissione Europea che ha portato alla procedura di infrazione. La reazione del governo polacco, però, è stata inaspettata. Ha deciso addirittura di aumentare il numero degli alberi da tagliare e, di conseguenza, il WWF ha invitato la Commissione ad avviare immediatamente la seconda fase della procedura di infrazione. Come non cogliere le similitudini con lo scempio che sta avvenendo in Russia ai danni della Foresta Dvinsky? Fra il 2000 e il 2005, quel paesaggio forestale, fino ad allora intatto, è stato ridotto di 300.000 ettari, mettendo a rischio l’habitat delle ultime popolazioni di renna selvatica.
Secondo Greenpeace, a spingere la richiesta di carta sono i soliti noti. PepsiCo, Unilever, Nestlé, Mondelez, McDonald e Auchan che acquisterebbero prodotti realizzati in quelle zone.
Qualcosa di diverso, però, c’è. Questi colossi internazionali possono soddisfare ogni loro desiderio in Russia dove la legislazione per la protezione ambientale è debole e fermarli sarebbe possibile solo boicottando la merce proveniente da quelle aree. La Polonia, invece, è membro dell’UE e, potenzialmente, avremmo tutte le armi legislative utili per interrompere il processo di degradazione della foresta di Białowieża.
Auguriamoci che almeno in questo caso le istituzioni europee si facciano valere e che la foresta di Białowieża possa rimanere lì, maestosamente bella, rifugio per i bisonti e per gli uomini che la stanno difendendo.
Per approfondire:
- https://www.theguardian.com/world/2016/may/25/poland-starts-logging-primeval-bialowieza-forest-despite-protests
- https://www.clientearth.org/illegal-logging-plans-bring-unesco-bialowieza-forest/
- https://www.clientearth.org/renewed-threat-polish-forest-government-confirms-illegal-logging-plan/
- http://www.wwf.eu/what_we_do/eu_forests/saving_biaowiea_forest/
- http://www.rivistanatura.com/industria-carta-grande-foresta-del-nord/
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About The Author

Barbara Dalla Bona
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani. Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale. La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge. Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale. La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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