Tempesta di squali sul Queensland

© Official Twitter for Qld Fire & Emergency Services

E alla fine gli squali piovvero davvero. Uno squalo toro (o leuca) è stato trovato nell’entroterra australiano a seguito di un uragano. Letteratura underground e cinema catastrofico-demenziale avevano insistito così tanto che è successo, e non poteva succedere altrove che in Australia. Lo aveva previsto Matt Ruff nel 1999, sin dalle primissime pagine del suo distopico Acqua luce e gas, quando un certo Meisterbrau, uno squalo bianco di cinque metri, precipita dal cielo su un marciapiede di New York. Una dozzina di anni dopo ci prova Antony Ferrante, con un film che Rotten Tomatoes definì ‘gloriosamente senza cervello’: Sharknado, tornado di squali. Fino ad allora Hollywood ci aveva abituati a veder piovere mucche, grossi fuoristrada e furgoncini dei meteorologi ricercatori. Ma squali toro, mai.

Veder piovere squali dal cielo deve essere un incubo diffuso. La mucca in realtà è molto più pesante di uno squalo, ed è anche più pericolosa. Non solo se ti cade in testa. Prendetela come una curiosità della statistica, ma le placide mucche ammazzano più persone a passeggio sulle strade di campagna e lungo i sentieri alpini di quante non ne facciano fuori gli squali fra tutti i mari del mondo.

C’è chi non mette piede in acqua dal 1975, cioè dal primo film della serie firmata Spielberg, proprio per evitare di incontrarne uno, ma con Sharknado non c’è più scampo. Non basta starsene fuori dall’acqua: lì gli squali piovono dal cielo e azzannano la gente in strada, ti inseguono fin sulla ruota del luna park, fanno piangere e disperare donne e bambini ben più di una solidissima tegola, o di un tagliente tetto di lamiera lanciati nel vento a duecento all’ora. Il panico è panico, e per le bionde dell’horror Usa, quelle con i capelli e vestiti sempre fradici e un coltello difettoso in mano, trovarsi il piano terra allagato e per di più infestato di squali genera orrore indescrivibile, induce a mosse avventate, scivoloni e cadute in acqua che si concludono con sparpagliamento di sangue e di frattaglie.

Come prova di boiata pazzesca (cit.) Sharknado ha avuto i suoi numerosi sequel, addirittura 4 e, ovviamente, ha goduto del più ampio consenso possibile tra il popolo del web.

Finché un giorno la foto di uno squalo arenato nell’entroterra fa il giro del mondo. Uno squalo toro pieno di fango in aperta campagna ci fa pensare che quella genialata di Acqua luce e gas quanto l’immeritevole Sharknado, l’avevano in qualche modo profetizzato. Sì, piovono squali. Pochi lettori vanno oltre il titolo, pochissimi oltre la conferma che cercano nelle notizie, la maggior parte si ferma qui.

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Se invece state leggendo anche questo paragrafo, meritate il bonus. Come ci è arrivato uno squalo toro (o leuca) nell’entroterra australiano? Il Carcharhinus leucas, lo squalo toro, non è per niente nuovo a questo genere di imprese. Esemplari di questa grossa specie, che raggiunge mediamente i 3 metri e mezzo di lunghezza, sono stati trovati a più riprese in Perù. Ma non sul lato che dà sull’Oceano Pacifico, sarebbe troppo facile, ma ad Iquitos, sul Rio delle Amazzoni, segno che dall’Atlantico avevano risalito la corrente per ben 4000 chilometri. Una impresa incredibile per animali il cui ambiente naturale è l’acqua salata e che non dispongono di vescica natatoria. Nell’Africa australe ed orientale questa specie è conosciuta col nome di Squalo dello Zambesi, come il grande fiume africano. Indovinate perché. È anche la specie con più precedenti di attacchi alle persone. Anche questo non sorprende, viste le sue abitudini fluviali e costiere.Malgrado le sue sorprendenti capacità il Carcharhinus leucas condivide con altri squali meno robusti e avventurosi un triste declino: iscritto nella lista rossa IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, è minacciato da pesca eccessiva a dal degrado degli habitat. E forse quella foto, e quel video su youtube ci disegnano una triste metafora sulla fine imminente di uno dei più temibili e capaci predatori dei mari, esanime in una pozza di fango, esposto al pubblico ludibrio.

Spiacente per gli amanti del brivido e del mistero, ma quello squalo, ne son certi tutti, non è arrivato volando in un tornado, ma dopo aver risalito fiumi, torrenti e poi l’onda dell’alluvione. Fino a restare intrappolato ai bordi di una misera strada di campagna. Coperto di fango, ma ancora capace di spandere misteri. In ogni caso, alluvioni o meno, non c’è da stare tranquilli. Le campagne continuano ad essere infestate da un animale assai più pericoloso e a portata di bipede terrestre. La mucca.

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