Pet rescue, un gioco da cani
posted by Barbara Dalla Bona | Maggio 18, 2017 | In Home, Vita sul Pianeta | Articolo letto 2.626 volteIl più famoso pet detective della storia è senza ombra di dubbio Ace Ventura (l’acchiappaanimali). Dopo di lui sono stati molti gli umani che si sono cimentati nella complicatissima attività di rintracciare e scovare gli animali domestici scappati di casa. A differenza dei loro colleghi che si occupano di bipedi, i pet detective devono affrontare una corsa contro il tempo perché la maggior parte dei missing pets sono totalmente incapaci di procurarsi il cibo o difendersi in ambienti sconosciuti e a loro ostili. Le insidie si trovano ovunque, sia che si tratti di città, dove possono rimanere vittime delle auto sia che si tratti di ambienti naturali con animali selvatici che non vedono l’ora di acciuffare una facile e grassa preda.
La cosa che un animale domestico spaventato sa fare sicuramente molto bene è nascondersi e ciò non fa che complicare il lavoro ai detective che, sia all’estero che in Italia, si stanno organizzando assumendo dei validi collaboratori, questa volta a quattro zampe.
Il primo specialista del settore di cui vi voglio parlare si chiama Molly, un cocker spaniel specializzato nel ritrovamento di gatti.
Alla maggior parte di voi passerà per la testa che il modo migliore per spaventare a morte un gatto e farlo scappare il più lontano possibile è proprio sguinzagliando un cane eccitato alla vista della sua preda/giocattolo preferita e, effettivamente, la maggior parte dei cani reagirebbe proprio così. Per Colin Butcher, supervisore di Molly, trovare il giusto candidato è stato un percorso lungo e complesso. Per creare il perfetto detective canino c’era bisogno di un cane che avesse il giusto equilibrio di intelligenza, temperamento e agilità. Che fosse piccolo a sufficienza per seguire le tracce anche all’interno delle fessure e dei meandri amati dai felini ma che non avesse il desiderio di inseguirli e catturarli.
Colin, ex ispettore di polizia, aveva già lavorato in passato con cani addestrati al ritrovamento di bombe o droghe; “se un cane può essere addestrato a scovare anfetamine – ha pensato – sarà di certo in grado di ritrovare dei gatti scomparsi”.
Dopo aver scelto Molly ha voluto addestrarla per quasi un anno con esperti e medici del comportamento canino che le hanno insegnato a isolare gli odori e a riconoscere e seguire i comandi dell’addestratore. Molly è in piena attività solo da qualche mese e le sue investigazioni concluse con successo sono già più di dieci.
Quando li scova, come fa a non spaventarli e ad evitare che fuggano ancora più lontano? Semplice: dopo aver individuato il gatto si sdraia e aspetta, in silenzio, l’arrivo del suo Colin, un atteggiamento simile a quello dei cani da ferma ma con un fine decisamente più nobile.
Se credete che Molly sia l’unico canide pet detective sul pianeta vi sbagliate di grosso. Proprio sul territorio italiano, più precisamente nella provincia cuneese, presta i sui servizi Zsazsù, esemplare di quattro anni di segugio italiano con la sua padrona e collega Renata Nervi.
Già da un paio d’anni Renata mette a disposizione di padroni disperati il fiuto eccezionale del suo cane che, al contrario di Molly, è specializzato nel ritrovare ogni tipo di animale domestico.
Renata riceve richieste da tutta Italia ma concentra tutta la sua attività solo nel cuneese perché, confessa nell’intervista a La Stampa, la sua è un’attività senza scopo di lucro e, vuole rispettare i tempi di riposo del suo collega a quattro zampe. Il lavoro comunque non manca e, da quando hanno aperto il sito ( www.hopersoilcane.it), i due hanno già risolto almeno venticinque casi di animali scomparsi.
Ma come agisce un pet detective italiano? Le ricerche si svolgono in ore diverse della giornata a seconda di dove sia scomparso l’animale. In un contesto urbano le ricerche di un gatto scomparso possono essere effettuate sempre, l’importante è non perdere tempo perché è proprio in città che si nascondono i maggiori pericoli; in zone periferiche, con ampi spazi verdi, le ricerche iniziano all’imbrunire quando gli animali, che si sono nascosti per tutto il giorno spaventati dai rumori delle macchine, escono allo scoperto per cercare del cibo. Per individuare la traccia, Zsazsù viene portato nella casa dell’animale disperso; il segugio isola il suo odore e, una volta in strada, ne segue la traccia. Renata ricostruisce gli spostamenti e restringere man mano l’area della ricerca.
Dalle immagini fornite dal quotidiano non credo che Zsazsù abbia ricevuto lo stesso rigido addestramento di Molly e non ci scommetterei che, lasciato libero, non insegua e afferri felice la sua preda. La cosa che rende la coppia Renata Zsazsù straordinaria è l’estrema complicità tra i due e l’affetto tangibile dell’uomo per l’animale. Quest’ultimo traspare dalle parole di lei che ha scelto di non farsi pubblicità e di non far diventare tutto questo un lavoro per nessuno dei due.
Anche se, assicurano i loro padroni, Molly e Zsazsù vedono il loro lavoro solo come un gioco, come i bambini non hanno il senso della misura e potrebbero compromettere la loro salute.
“Mi piacerebbe- confessa Renata – che si affiancassero a me altri appassionati con i propri cani, per poter aiutare un numero maggiore di persone in difficoltà”. Un buon modo per far si che il rapporto speciale con i nostri cani sia anche utile alla società.
Per approfondire:
- https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2017/may/05/experience-my-dog-rescues-cats
- http://www.lastampa.it/2016/04/28/societa/lazampa/cane-cani/con-il-segugio-zsazs-la-detective-ritrova-cani-e-gatti-scomparsi-JEC493wIR3yOKXt7zepHYM/pagina.html
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About The Author

Barbara Dalla Bona
Sono nata nel Gennaio del 1981, nel cuore della fredda pianura pontina, con sangue veneto e occhi siciliani. Da bambina Latina e' tutto il mio mondo, da esplorare e conquistare con una bici e un po' di fantasia ma, nell'adolescenza, la provincia si fa stretta. Inizio a viaggiare e mi conquista una Londra dinamica e multiculturale. All'universita' mi trasferisco a Roma; frequento la facolta' di Scienze Naturali e rimango affascinata, piu' di quanto non lo fossi gia', dalla magia nascosta in ogni fenomeno naturale. La mia voglia di conoscere il mondo, pero', e' irrefrenabile. Viaggio per Africa, India e America centrale finche' non decido di frequentare un anno accademico a Valencia, in Spagna. Dopo la mia laurea collaboro con il Centro di Ricerca Interuniversitario sulla Biodiversita'; nel frattempo vinco una borsa di studio post lauream per svolgere un progetto di ricerca sull'ecologia delle specie vegetali esotiche in una prestigiosa universita' californiana. E' li' che, per la prima volta, sento la nostalgia della mia pianura con i suoi laghi e le sue spiagge. Al ritorno da quella esperienza fantastica mi butto a capofitto in un progetto di educazione e interpretazione ambientale nel territorio del Parco Nazionale del Circeo; progetto in corso ed evoluzione gia' da un paio d'anni ma che da quel momento diventa la mia attivita' principale. La voglia di conoscere il mondo e il piacere di comunicarlo sono le due forze che alternativamente o spesso in congiunzione determinano ancora la rotta della mia vita.
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