Cassiopea, medusa…che nomi!

Cassiopea – Cotylorhiza tuberculata – © Imperial Bulldog

Cassiopea. Che lingua magnifica, l’Italiano: nomini le meduse ed ecco che bussano leggende. Medusa, dal volto terrificante, irto di serpi, la bocca semiaperta in un urlo, lo sguardo capace di trasformarti in pietra. Prova adesso a dire: pesce gelatinoso, come in Inglese (jelly-fish) e ti crolla un mondo. Ma crolla anche un mondo di paure. Allora dico: Cassiopea. Che nome.

La prima volta che ne vidi una in mare, lo ammetto, ci volle un po’ a capire. Poi notai che nuotava proprio da medusa, ma lo faceva sottosopra. Sembrava faticasse molto a trascinarsi dietro quella massa sproporzionata di tentacoli ricciuti. Tentacoli praticamente innocui per l’uomo. Dici Cassiopea e pensi alla costellazione. Dici medusa e già pensi: bruciature, acque poco pulite, ‘robe gelatinose’ bleah! Eppure non tutte le meduse vengono per pungere, né la presenza di grandi colonie lungo le coste è marchio di inquinamento.
Spiagge e baie sono delle trappole mortali per questi esseri incapaci di contrastare venti e correnti. Fanno parte del plancton, che vuol dire vagabondo. Loro, come krill larve, eccetera, non possono contrastare le correnti, possono solo assecondarle. A volte non basta strofinarsi una medusa sul viso – ovviamente di specie innocua – per scardinare certe idee, per convincere qualcuno ad entrare in acqua. “Lei è abituato.” mi rimbrottò una signora a Sharm el Sheik. Non sapeva cosa si stava perdendo.

La vista di migliaia di meduse che vagano in controluce è una visione in grado di oscurare le vetrate delle cattedrali più mistiche. Penso che non ci sia nulla come la luce che filtra attraverso migliaia di meduse a darti l’idea della grandiosità della natura, di quella sorgente inesauribile che rende possibile la vita sul pianeta come noi la conosciamo: la luce solare. Tu guardale danzare, le meduse, sospese nella luce, nella luce in acqua. Cerca il controluce. Sembrano tutte in adorazione.

Cassiopea – Cotylorhiza tuberculata – © Ivan Bakardjiev

La luce solare, in verità, non è un’esigenza delle meduse ma di una sua ospite, la zooxantella è un’alga simbiotica e che grazie alla fotosintesi riesce non solo a campare ma anche a trasferire nutrienti al simbionte. Sì, una medusa può essere una creatura complessa. Soprattutto la Cassiopea, con quell’andatura rovesciata. La Cassiopea può essere urticante solo per le mucose, come occhi e labbra, o per persone particolarmente sensibili. In fondo le specie seriamente pericolose sono poche, diciamo pure due: la medusa portoghese e la cubo-medusa. Presente nel Mediterraneo solo la terribile (ma fortunatamente rara) portoghese. E’ riconoscibilissima: buca la superficie del mare con la sua calotta che usa come una vela per sfruttare il vento, sotto di lei pendono lunghi e pericolosi filamenti. L’altra, la cubo-medusa, è tipica del Pacifico e delle coste Australiane.

Ma un nome comune così evocativo ce l’ha solo lei, la Cassiopea. Il suo nome scientifico, Cotylorhiza tuberculata non le rende giustizia, senza parlare del suo nome comune in Inglese che tradotto sarebbe: ‘medusa-uovo-al-tegame’. Cassiopea, chi era costei? Chi conosce l’odore del mirto conosce la risposta. “Cassiopea era una Nereide, una delle figlie del dio del mare Nereo. Bellissima e vanitosa, Cassiopea si vantò di essere la più bella delle Nereidi offendendo Poseidone, che aveva scelto un’altra Nereide: Anfitrite.

Le Nereidi chiesero a Poseidone di punire la superbia di Cassiopea e il dio le accontentò mandando il mostro Cetus a devastare l’Etiopia, terra del re Cefeo, sposo di Cassiopea. Per placare le ire di Poseidone, Andromeda fu incatenata a uno scoglio in riva al mare e lasciata lì ad attendere il suo destino. Perseo, che intanto aveva decapitato Medusa, vide Andromeda…” Ah, medusa! Sì, magnifico, ma come andò a finire “Cassiopea costretta a vagare a testa in giù come castigo. E così la raffigurarono gli antichi in cielo.” Cassiopea è una tra le più importanti costellazioni per la navigazione astronomica nell’emisfero nord. Chissà se l’hanno chiamata così, la medusa, più per il suo strano vizio di vagare spesso sottosopra, piuttosto che per la sua selvaggia, offensiva bellezza.

Per approfondire:

http://tanogaboblog.it/portalino/la-vanitosa-cassiopea-cassiopeia/

Latest Comments
  1. filippo
    Rispondi -
    • claudio di manao
      Rispondi -

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *