Gli Eroi dei Gorilla

© Brent Stirton – Reportage by Getty Images for National Geographic Magazine

Le similitudini che ci accomunano ai Gorilla sono molte e non serve uno scienziato per notarlo. Qualsiasi bambino che guarda negli occhi uno di questi primati rinchiusi in uno zoo, o in un bioparco (perché ora chiamarli così li rende più accettabili…), stabilisce un contatto che solo una stretta parentela può garantire. Un qualsiasi genetista può dirci che condividiamo con i Gorilla il 98 per cento dei geni, ma, detta così, non rende bene l’idea a chi non è del settore; insieme, quindi, diamo valore a questo numero.

Immaginate la vita come il risultato della trascrizione di un codice funzionale, il DNA, organizzato in precise sequenze, i geni, che ne racchiudono le informazioni. Come un vero libretto di istruzioni, il DNA è presente in ogni cellula di ogni organismo e ne regola tutto, dalla formazione alla vita stessa. Dal punto di vista della composizione, questa lunga molecola è molto semplice poiché formata da soli 4 tipi di maglie (i deossiribonucleotidi) che si alternano, incastrandosi perfettamente su due filamenti opposti e complementari. Guardiamo ora l’enorme potenziale mnemonico del DNA: un brevissimo segmento di sole 10 maglie può esistere in 1.048.576 combinazioni diverse e, quindi, contenere un gran numero di istruzioni utili per costruire l’organismo. Decine di migliaia di queste maglie formano un solo gene degli oltre 20.000 che costituiscono il patrimonio genetico (genoma) umano. Scommetto che ora pensare al 98 per cento di geni in comune tra noi umani ed i Gorilla è più sorprendente!

Gorilla di montagna – © rogerandpatdelaharpe.com

È da 10 milioni di anni che la nostra specie si è filogeneticamente separata da quella dei Gorilla, eppure questo numero, 98 per cento, resta ad accomunarci con questi splendidi animali, ormai sempre più rari.

Sono circa 1000 gli esemplari di Gorilla di montagna, Gorilla beringei beringei, rimaste in vita oggi ed oltre un quarto di loro vive nel Parco Nazionale di Virunga insieme ai cugini di pianura, i Gorilla beringei graueri, e gli Scimpanzè. Questo importantissimo Parco, situato nella Repubblica Democratica del Congo, è l’unico al mondo ad ospitare ben 3 taxa di grandi Primati e circa la metà del numero totale di specie africane, vantando un tasso di biodiversità letteralmente impareggiabile. Purtroppo il Virunga è stato, ed è tutt’ora, anche teatro di numerosissimi atti deprecabili compiuti da persone in cerca di ricchezze, necessarie e non solo.

Pochi giorni fa, il 9 Aprile, sono stati uccisi in un’imboscata 5 Ranger ed una Guida del Parco, mentre un sesto Ranger è rimasto ferito gravemente. È stata definita come la strage peggiore della storia del Parco, ma non è certo stata una novità per la difficile realtà del Virunga che, solo negli ultimi 20 anni, ha dovuto sotterrare ben 175 Ranger del Parco, unica protezione che si erge a difesa della Natura. Veri eroi che rischiano tutto per proteggere il Virunga, persino la vita! Molti Ranger sono morti a causa degli scontri tra i ribelli e gli eserciti di nove nazioni differenti che durano da 20 anni (Guerra Mondiale Africana). Sebbene oggi la situazione sia molto più tranquilla e, soprattutto, circoscritta, continuano ad aggiungersi vittime tra i Ranger che pattugliano le poche zone del Parco (assolutamente chiuse al pubblico) ancora controllate da gruppi ribelli come i MaiMai. Come se non bastasse, questi paladini del Virunga se la devono vedere con bracconieri e civili poverissimi, spinti a tutto per la fame.

Emmanuel De Merode – © Africa Travel Journal

Il Direttore del Parco Emmanuel De Merode, sopravvissuto ad un attentato due anni fa, ha chiesto aiuto all’Europa per proteggere la specie più minacciata da loro ospitata, ovvero il nostro stretto cugino, il Gorilla di Montagna. L’impegno e la dedizione dei Ranger, insieme con le campagne di tutela richieste da De Merode, hanno portato il numero di esemplari di questa specie a crescere sempre più, ma con non poche difficoltà.

In Congo persiste una situazione di grande povertà dove, agli occhi della popolazione locale, un lavoro onesto ma pericoloso come quello del Ranger paga solo 250 dollari al mese, mentre un piccolo Gorilla può essere venduto ad una somma che va da 15 a 40 mila dollari sul mercato nero. Quello che i poverissimi cittadini congolesi non sanno è che un Gorilla vivo, nel suo habitat naturale, frutta all’industria del turismo circa 25 mila dollari l’anno, che, contando l’attuale popolazione, si traduce in 22 milioni l’anno complessivi. Basti pensare che nel vicino Ruanda la stessa attrazione turistica, appunto i Gorilla di Montagna in Natura, frutta ormai 300 milioni di dollari ogni anno. Cifre simili potrebbero essere tranquillamente raggiunte anche dal Congo se cessassero le guerriglie con i ribelli e si guardasse al Parco Nazionale di Virunga come alla migliore risorsa economica del Paese, se non del continente.

Ranger del Virunga National Park – © KATIE FALKENBERG

Scampato da poco il pericolo dei giacimenti petroliferi nel lago Edward, la risorsa naturale che oggi viene sfruttata senza il minimo criterio logico è la foresta protetta, in quanto unica giungla rimasta intatta. La distruzione degli habitat naturali dei Gorilla, così come di ogni altra specie del Parco, ne determina l’inevitabile scomparsa in un lasso di tempo piuttosto breve, poiché senza risorse non c’è sopravvivenza. Ancora una volta, a mettersi tra gli alberi e i contrabbandieri di carbone di legna (il makala), sono i coraggiosi Ranger del Parco che sono spesso coinvolti in violenti scontri a fuoco. “Appena ci vedono cominciano a spararci addosso: con loro sono sempre battaglie cruentissime.” dice Jean-Pierre, uno dei Ranger del settore orientale. Il Parco di Virunga, quindi, è ormai famoso per il TROPPO elevato numero di difensori morti per proteggere le sue risorse naturali; tra questi, oltre ai centinai di Ranger, c’è la studiosa Diane Fossey, uccisa dai bracconieri proprio per la sua attività di tutela dei Gorilla.

Gorilla beringei beringei nel Parco Nazionale di Virunga, Congo

Realtà simili, seppur, per fortuna, meno marcate, si vivono anche in altri Parchi Naturali del Mondo dove Bracconieri, multinazionali senza scrupoli e civili spinti dalla povertà, si scontrano con i guardiaparco di turno, troppo spesso fino alla morte. Solo nel 2016, nel mondo, sono morti 105 Ranger, a cui si aggiunge un numero altrettanto alto di ambientalisti uccisi.

Per aiutare questi coraggiosi difensori della Natura è stato istituito il portale “La sottile Linea Verde” (https://www.thingreenline.org.au/) che invito tutti a visitare. Nel caso specifico del Virunga National Park, invece, è importante non interrompere il flusso di turismo poiché assolutamente sicuro grazie alle zonazioni del Parco e alla costante protezione dei Ranger che mantengono un record storico di 15.000 visitatori totali e 0 aggressioni! Aiutiamo i nostri cugini e i loro eroi, Visit Virunga (https://www.cntraveler.com/story/its-still-safe-to-visit-the-gorillas-of-virunga-national-park ).

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