Nudibranchi: incontri con esserini colorati di un’altra galassia

Redline Flabellina, Isola di Malapasqua, Filippine © Vittoria Amati

In mare troviamo la più grande varietà di esseri viventi, ma anche le forme di vita più bizzarre, i colori più audaci. Sotto la superficie l’evoluzione mostra la sua fantasia senza limiti.
L’occhio del visitatore, sia esso un subacqueo, un apneista, o qualcuno che semplicemente nuota in superficie con maschera e boccaglio, resta facilmente incantato dalla varietà che popola i fondali. Le forme di vita più evidenti, come pesci e coralli, sono le più facili da individuare e riconoscere. Ma sono gli esseri più piccoli che ci riservano le sorprese più strabilianti. In questo i nudibranchi sono delle vere e proprie star. Le loro fantasiose livree ne fanno delle creature di culto tra i fotografi subacquei.

Del tutto simili alle lumache di terra ma senza guscio, questi piccoli gasteropodi sono muniti di antennine che utilizzano come sensori olfattivi. Anche loro, come le lumache, si muovono sul fondo imprimendo ai muscoli del corpo onde di contrazione che si diffondono dal capo verso la coda, scivolando su un velo di muco che essi stessi producono. L’evoluzione gli ha imposto di abbandonare la conchiglia esterna per guadagnare in leggerezza e mobilità.

Donut Nudibranch, Tulamben, Isola di Bali, Indonesia

Se mi mangi starai molto male, sono indigesto. Ti avevo avvertito.
La loro tattica di difesa è concentrata in ciò che li rende così attraenti: i colori accesi. Agli occhi dei pesci, che hanno una visione cromatica molto efficiente, i nudibranchi appaiono per quello che sono: animali tossici. Ricavano le tossine dalla loro dieta a base di spugne e di cnidari, un phylum di cui fanno parte coralli, anemoni e anche le meduse. Alcune specie riescono a sintetizzare potenti acidi e tossine per proprio conto, come l’acido solforico. Anche se la loro tossicità non è necessariamente mortale, sono disgustosi e definitivamente indigesti per la quasi totalità delle specie marine. Questa super-specializzazione ha fatto sì che gli unici in grado di predare i nudibranchi sono proprio… i nudibranchi.

Nembrotha megalocera, Red Sea, Sudan

Polmoni esterni
La caratteristica che dà loro il nome è sicuramente la più affascinante. Il nudibranchio si chiama così per via delle sue branchie che restano esposte esternamente. Spuntano come ciuffi colorati dalla parte centrale del  dorso, come un curioso abbellimento che può ricordare un fiore, o le foglie di un’agave.
Sembra proprio che con i nudibranchi la creatività dell’evoluzione non si sia mai fermata. La Flabellina affinis, per esempio, comunissima nel Mediterraneo, è un nudibranchio che ha sviluppato delle protuberanze dette ‘cerata’. Queste appendici sott’acqua conferiscono alla flabellina un aspetto davvero stravagante: sembra un minuscolo spolverino lilla, con le punte arancio. Quelle protuberanze sono vere e proprio armi chimiche. Immagazzinano le cellule urticanti degli cnidari di cui si nutre per usarle come deterrente difensivo.

Oltre il transgender
I nudibranchi non mancano di originalità neanche dal punto di vista riproduttivo: sono ermafroditi contemporanei. Significa che a differenza della cernia (per esempio)  mantengono attivi  allo stesso tempo gli organi riproduttivi del maschio e della femmina. Quando s’accoppiano si fecondano a vicenda. Hanno occhi molto primitivi, spesso più piccoli di un quarto di millimetro, dotati di cinque recettori cromatici.

Tyron’s Risbeca, Isola di Bali, Indonesia

Alcuni nudibranchi volano
Come se non bastasse, alcuni di loro possono volare. È il caso della famosa ‘ballerina spagnola’, Hexabranchus sanguineus, tra le specie più grandi. Può raggiungere il mezzo metro di lunghezza. Comune in tutta l’area geografica dell’Indo-Pacifico, la ballerina spagnola è di un bel color rosso pomodoro, con le branchie rosa. Di giorno si nasconde in piccoli anfratti,  ma di notte è a spasso per i fondali sabbiosi a caccia di piccoli organismi. Se disturbata spiega i bordi del corpo, che normalmente mantiene arricciati lungo il dorso e, usandoli come ali, si stacca dal fondo iniziando una danza a mezz’acqua. Il suo show ricorda in modo impressionante i movimenti ad onda delle gonne a balze delle ballerine di flamenco. Da qui il nome comune, perfettamente azzeccato. Anche le sue uova sono particolari. Tutti i nudibranchi depositano le uova sui fondali formando una perfetta spirale piatta. Le uova di ballerina spagnola invece formano un bel nastro rosa continuo ma arricciato a spirale che ricorda il fiore omonimo. Il nastro è della consistenza di una garza sottile, che lei ancora a fondali rocciosi battuti dalle correnti per favorirne la dispersione.

Appuntamento col nudibranchio
L’incontro con queste incredibili creature non è un incontro facile. Le loro dimensioni non giocano a vantaggio di chi vuole osservarli. I nudibranchi, ne sono state descritte ben settemila specie diverse, possono essere molto piccoli, da alcuni millimetri a pochi centimetri. Sono pochissime le specie che superano i dieci centimetri di lunghezza. Possono essere facilmente confusi con il verme piatto, simile nell’aspetto e nei colori accesi, ma per un osservatore esperto è facile fare subito la distinzione: il verme piatto non ha le branchie esposte. Per scorgere i nudibranchi è necessario procedere lentamente, con calma e prestando molta attenzione al fondale, cercandoli là dove banchettano, su spugne e coralli. Oppure nei punti riparati dalla corrente. Creature così lente e per lo più incapaci di nuotare prediligono i punti meno sferzati dalle correnti marine. Osservare queste piccole creature è un po’ come gettare l’occhio su un altro mondo. Per riuscirci è necessario muoversi lentamente, come astronauti. In fondo andare sott’acqua spesso è come andare nello spazio. E proprio nel mare la creatività dell’evoluzione supera quella di un qualsiasi scrittore di fantascienza.

Redline Flabellina, Lembeh Strait, Indonesia

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