Natura selvaggia: il Sudafrica e la magia del safari
posted by Claudia Dagrada | Aprile 4, 2019 | In Vita sul Pianeta | Articolo letto 2.527 volteBagnato dall’oceano Indiano e da quello Atlantico sulla punta estrema del Continente Nero, il Sudafrica vanta più paesaggi di quanti se ne possano contare, dal deserto alle foreste, dalle coste alle montagne, il tutto con un numero altrettanto incredibile di ecosistemi. Ma la cosa che viene subito in mente quando si pensa al Sudafrica, è una: la natura indomita della savana e i suoi animali selvaggi. Questo Paese infatti è una delle mete predilette per fare un safari, dove si possono incontrare dal vivo i “Big Five”, i cinque animali più grossi della savana. Sentire la terra tremare al ruggito di un leone, scovare un leopardo sotto l’ombra di un albero, vibrare al passaggio di un branco di elefanti o di bufali, ammirare un temibile rinoceronte. Non è certo un’esperienza che si può fare tutti i giorni, ma almeno una volta nella vita sì.
Fare un safari significa seguire i tempi della natura svegliandosi al sorgere del sole, con le belve che emergono alle prime luci per abbeverarsi, andare alla scoperta del cuore dell’Africa per poi terminare la giornata avvolti da una notte stellata e dai rumori della natura. Si può far gestire il viaggio da un tour operator, da un ranger delle riserve, oppure optare per la totale autonomia.
Il Sudafrica ha alloggi per tutte le tasche, da hotel di lusso a campeggi, e le offerte vanno da escursioni su appositi veicoli a camminate rilassanti, da safari a cavallo a viaggi in mongolfiera per ammirare il panorama dall’alto. Le opzioni sono tante e tutte fattibili nei numerosi parchi che annovera, circa una ventina.
L’iSimangaliso Wetland Park ad esempio, patrimonio mondiale UNESCO da vent’anni, è una meraviglia naturale che abbraccia otto ecosistemi interdipendenti, vanta splendidi paesaggi e una spettacolare fauna selvatica. Visitabile tutto l’anno, può essere raggiunto dall’aeroporto internazionale King Shaka vicino alla città di Durban. L’ideale sarebbe trascorrerci almeno una settimana con un mezzo proprio.
All’interno dell’iSimangaliso Wetland Park c’è una regione della foresta costiera, accessibile solo da veicoli 4×4, con le spiagge di Mabibi, Rock Island e Rocktail Bay dove è possibile fare diving e snorkeling. Sodwana Bay è una delle mete più famose, con 1.200 specie di pesci che abitano lungo la barriera corallina. La costa di questo parco è l’unica in Africa dove depongono le uova le tartarughe Caretta Caretta e le tartarughe liuto.
E come se il mare non bastasse, c’è anche il Lago Sibaya, il lago d’acqua dolce più grande del Sudafrica che sostiene ippopotami e coccodrilli. Non a caso l’iSimangaliso Wetland Park vanta il maggiore assembramento di questi animali in tutto il Paese. Se ne trovano a centinaia anche nel lago St. Lucia, il più grande estuario del continente più a sud.
Gli appassionati del birdwatching invece vedranno i propri desideri esauditi, grazie a stormi di pellicani e fenicotteri e all’ecosistema di uMkhuze, dove 38.500 ettari accolgono 420 specie. Non mancano anche leopardi, rinoceronti neri, elefanti, giraffe, cani selvatici, ghepardi, iene e antilopi.
La scelta delle strutture per visitare questo parco è davvero vasta e comprende campeggi, ostelli, alloggi con angolo cottura, b&b, guesthouse, lodge e hotel.
Un altro sogno che si avvera per gli amanti della natura più selvaggia è il Parco nazionale Kruger, nel nord-est del Sudafrica. Oltre ai noti “Big Five” della savana, è il regno di migliaia di animali che vivono tra alberi secolari e fiumi tortuosi. Grazie al suo clima mite può essere visitato tutto l’anno, facendo un safari guidato o passeggiando con un ranger, anche di notte alla luce dei riflettori fra i sentieri nelle zone più selvagge.
La grandezza del Parco (352 km da nord a sud su oltre 1,9 milioni ettari, 2.500 km di strade sterrate e non) consente di avvistare moltissimi animali, e infatti ogni anno arrivano oltre 1,4 milioni di visitatori. Si possono ammirare non solo giraffe che masticano foglie di acacia, mandrie di bufali o felini nascosti fra gli alberi, ma anche centinaia di specie di uccelli, ippopotami che si godono il fresco nell’acqua, branchi di antilopi che si abbeverano o coccodrilli al sole. L’inverno è la stagione migliore per avvistare gli animali (da giugno ad agosto) perché l’erba è bassa e dipendono dalle sorgenti. L’estate è assai calda (da novembre a marzo), ma ci sono molti cuccioli da vedere e i paesaggi sono spettacolari. Si consiglia di passare almeno tre notti in questo parco, e in caso si noleggi un auto, meglio un minivan perché grazie alla seduta alta si gode meglio tutto lo spettacolo.
Il Parco nazionale Kruger è a circa cinque ore di macchina da Johannesburg (a seconda dell’ingresso che si sceglie) e per chi viaggia in aereo c’è l’aeroporto internazionale Kruger Park a Mbombela (formalmente Nelspruit). Ci sono alloggi per tutte le tasche, dai residence, ai campeggi per famiglie e ampi lodge, basta prenotare in anticipo.
La natura sudafricana offre anche spettacolari paesaggi desertici grazie al Kalahari, una regione nella Provincia del Capo Settentrionale condivisa con Botswana e Namibia. Per godere delle dune rosse e degli enormi spazi aperti bisogna andare al Parco transfrontaliero Kgalagadi, visitabile anche in una sola giornata. È nato dalla fusione dell’ex Parco nazionale Kalahari Gemsbok del Sudafrica, voluto per salvaguardare la selvaggina migratoria, e il Parco nazionale Gemsbok in Botswana.
A dividere questa unità ecologica di circa 37.000 km2 è un invisibile confine internazionale, e nel 2000 si è deciso di gestire l’ecologia come una singola unità. È stata così inaugurata la prima esperienza transfrontaliera del Sudafrica, e un importante passo avanti per la tutela del deserto. I turisti possono quindi muoversi tra i due parchi senza un passaporto. Inoltre, l’apertura dell’incrocio di confine a Mata Mata rende possibile più di un accesso tra Sudafrica, Botswana e Namibia.
Le temperature nel deserto sono ovviamente estreme, con un’estate rovente e un inverno mite di giorno ma molto freddo la notte. La primavera e l’autunno sono così le stagioni ideali.
Ecco alcune informazioni pratiche: il parco si raggiunge dalla città di Upington. Sul lato sudafricano è possibile fare safari, ma per la maggior parte dell’area conviene avere il proprio veicolo, meglio se un 4×4 o un mezzo con elevata altezza da terra. C’è una buona scelta di strutture self-catering e campeggi, mentre il lato del Botswana è più specializzato nei campeggi rustici.

Safari /© Ente del Turismo Sudafrica
Sempre nella regione del Capo Settentrionale, appena a sud della città di Kimberley c’è il Parco Nazionale di Mokala, con i tradizionali alberi africani di acacia erioloba. Grazie alle piane infinite del Kalahari è possibile avvistare animali rari come l’antilope roana dalle simpatiche orecchie a elfo e il damalisco, altra tipologia di antilope inserita nella lista rossa IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Si possono incontrare il rinoceronte nero e quello bianco, e anche se il parco non abbonda di mammiferi predatori è particolarmente ricco di rapaci. Di notte, quando il cielo del deserto è incredibilmente buio è pieno di stelle, si può scorgere il gufo reale del Capo appollaiato sulle piante.
Presso la riserva di Mosu vengono organizzati safari guidati, ed è possibile provare l’esperienza di un “braai” tra gli arbusti, il tradizionale barbeque sudafricano. Sono disponibili anche visite guidate ai luoghi di arte rupestre per esplorare il patrimonio culturale.
Per quanto riguarda gli alloggi, al Parco di Mokala ci sono rest camp con strutture che vanno dal semi-lussuoso al lussuoso.
Come dice il nome, il Parco nazionale Addo Elephant è invece il paese delle meraviglie per chi ama gli elefanti. Posizionato a circa un’ora da Port Elizabeth, la più grande città nella Provincia del Capo Orientale, è una delle migliori location africane per ammirare da vicino questi giganti; è inoltre il terzo parco safari più grande e accoglie una ricca varietà di flora e fauna.
Proclamato area protetta nel 1931 per tutelare i 16 elefanti rimasti, oggi conta oltre 600 esemplari, la più ampia popolazione del Continente Nero, e dai 2.500 ettari iniziali copre una superficie di 180.000 ettari.
Ci sono poi millenarie cicadee, piante tipiche dei Paesi tropicali e subtropicali, colline coperte dei fiori color pastello delle protee, un impenetrabile bosco e pianure aperte dove pascolano le antilopi.
Addo Elephant non ospita solo animali come bufali, leoni, leopardi, rinoceronti e iene maculate ma anche creature marine come i grandi squali bianchi e le balene australi. La sezione Mare comprende l’isola St. Croix, che ospita anche la più grande colonia di pinguini africani del mondo, specie in pericolo visto il drastico calo della loro popolazione nella baia. Bird Island conta invece circa 250.000 volatili ed è la più grande culla di sulidi (uccelli marini) sul pianeta, mentre il piccolo isolotto di Black Rocks accoglie 6.000 otarie orsine del Capo.
Il parco Addo è visitabile tutto l’anno, ma sono la primavera e l’autunno le stagioni migliori. Anche qui infatti le estati sono calde e le sere d’inverno gelide. C’è un eco percorso 4×4 sui Monti Zuurberg, come anche vari sentieri a cavallo guidati per tutto il parco. Il mezzo a noleggio è la scelta migliore, oppure ci sono vari tour operator. Il parco offre una vasta gamma di alloggi, dal campeggio agli chalet fino a lussuosi cottage.
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Claudia Dagrada
Quando mi dicono di descrivermi in poche parole, racconto sempre questa cosa perché è proprio ciò che sono: quando mi capita di fermarmi davanti a un negozio per ammirare in vetrina un bellissimo vestito, o un bel paio di stivali, mi chiedo "Che biglietto aereo potrei comprare con la stessa cifra?". Investo tutto quello che ho nei viaggi perché sono la mia linfa, e da molti anni lo faccio in solitaria (se escludiamo la presenza della macchina fotografica e di un buon libro). Trovo sia un'esperienza che va provata almeno una volta nella vita e la consiglio vivamente. Proprio per questo ho aperto il blog www.prontechesiviaggia.com dedicato alle donne che, come me, vanno alla scoperta del mondo in compagnia di se stesse. Con una predilezione per il Sud-Est asiatico, dove ho viaggiato zaino in spalla libera e selvaggia, mi sono fatta travolgere dall'adrenalina di New York, ultimamente tramite una community ho lavorato in cambio di vitto e alloggio in vari Paesi europei, e non vedo l'ora di scoprire il Centro e il Sud America. Detto questo, sono una giornalista freelance milanese (non imbruttita) con la curiosità della donna gemelli e il gene dei viaggi dell'ascendente sagittario. Mi sono laureata in lingue e letterature straniere e ho sempre vissuto la scrittura come qualcosa di meravigliosamente liberatorio. Sono una portatrice sana di entusiasmo, amo libri e film che raccontano i tormenti dell'anima, e difendo strenuamente il piacere delle piccole cose.
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