Cosa vedere a Marrakech, la città oasi del Marocco
Caotica e spirituale, antica e moderna, tradizionale e all’avanguardia: Marrakech è una meta ricca di contrasti che affascina ogni anno milioni di turisti. Crocevia tra Europa e Continente Nero, adagiata fra montagne, deserto e oceano, è una delle quattro Città imperiali del Marocco. Ci troviamo nell’Africa settentrionale, nell’area del Maghreb, ma bastano poche ore di volo dall’Italia per ritrovarsi letteralmente in un altro mondo: i bazar dai colori sgargianti, il profumo delle spezie, le animate contrattazioni e i minareti che svettano in un patrimonio storico che risale a mille anni fa. Eppure, niente a Marrakech sembra congelato nel tempo, anzi la città è tremendamente viva, dinamica e vibrante. Non a caso nel 2020 sarà la prima Capitale africana della cultura, in omaggio proprio alla sua bellezza, al suo patrimonio artistico e alla ricchezza della sua scena culturale attuale.
Chiamata la “città rossa” per il colore delle case e delle mura fortificate che racchiudono il centro storico, Marrakech sfodera capolavori architettonici e testimonianze di diverse civiltà in un mosaico di epoche.
Per cominciare l’esplorazione il posto migliore è sicuramente Piazza Jemaa El Fna, cuore pulsante dell’antica capitale. A tutti sarà capitato di vedere una foto di questa immensa piazza: mentre di giorno ospita un grande mercato all’aperto, la sera è illumina dalle innumerevoli bancarelle gastronomiche, con tavole e panche per gustare piatti tipici. La cucina marocchina è famosa in tutto il mondo e vanta una grande varietà, grazie anche alle influenze berbere, arabe, ebraiche e andaluse. Le spezie dominano incontrastate, con coriandolo, zafferano e cumino in prima linea, mentre fra le prelibatezze tradizionali più note spiccano couscous, tagine e pastilla preparati con pollo o frutti di mare. Per gli amanti dei dolci c’è l’imbarazzo della scelta fra le “corna di gazzella”, i “briouat” al miele e i “ghriba”. La frutta poi ha un posto d’onore, con datteri farciti di marzapane o noci, e le arance spremute o cosparse di cannella. Il tè alla menta costituisce poi un vero e proprio rituale, tanto che ogni regione del Marocco ha il suo metodo di preparazione. Adatto a qualsiasi momento della giornata, è l’espressione più raffinata dell’ospitalità araba.
Piazza Jemaa El Fna è quindi un luogo di ritrovo multietnico in cui abitanti e turisti provenienti da tutto il mondo vengono per mangiare, bere e fare acquisti, ma non solo. È anche il palcoscenico perfetto per i passatempi più popolari della cultura marocchina: cantastorie, indovini, musicisti, incantatori di serpenti, decoratori con l’henné, acrobati, erboristi, dentisti e astronomi per fare qualche esempio. Jemaa El Fna è un vero e proprio spazio culturale a cielo aperto, luogo di mescolanze e scambi, un incredibile spaccato del patrimonio cittadino che le ha permesso di guadagnarsi un posto nel patrimonio culturale e immateriale dell’UNESCO.
Attorno a questa piazza si sviluppa la medina, la città vecchia, in cui un tempo si poteva accedere attraverso dieci porte, “bab” in arabo. A sorvegliare l’ingresso c’è la moschea Koutoubia con un minareto che sfiora 80 metri d’altezza. Splendido esempio dell’arte islamica, nel design e nelle proporzioni si ispira alla torre Hassan di Rabat, e alla Giralda della Cattedrale di Siviglia. Nella medina si può ammirare la ricchezza architettonica visitando uno dei suoi numerosi “riad”, piccoli palazzi orientali disposti intorno a un cortile centrale.
Nel labirinto di vicoli che si dispiega, l’artigianato tradizionale marocchino è in mostra nei mercati locali, i cosiddetti “souk”. Nell’allegro baccano delle animate contrattazioni, mercanti e artigiani vendono i loro prodotti: abiti ricamati, borse e pantofole in cuoio, strumenti musicali, cappelli e oggetti in rafia, tappeti, lampade in rame, gioielli. Uno dei “souk” più interessanti della città, e probabilmente dell’intero Marocco, è quello di Semmarine con le sue creazioni berbere e arabe. Gli altri mercati sono specializzati: il “souk” di Attarine ad esempio è dedicato ai prodotti in ottone e in rame, mentre poco più avanti, conciatori e tintori lavorano ogni tipo di pelle. Non c’è quindi da stupirsi che la medina sia stata inserita nel patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Ma a Marrakech non c’è solo l’antica tradizione. Basta uscire dalle mura del centro storico per ritrovarsi nella Ville Nouvelle (Città Nuova) e immergersi nel Marocco di oggi. Guéliz è il quartiere trendy dello shopping, degli animati caffè all’aperto, dei club alla moda e dell’arte contemporanea, con gallerie che ospitano la nuova generazione di artisti. Hivernage invece è una zona residenziale esclusiva con edifici art déco, delimitata a sud da vasti giardini, un tratto tipico del Marocco, che annovera una grande ricchezza floristica e faunistica. E Marrakech è nota per essere una città oasi con molte varietà vegetali, tra piante autoctone e altre importate nei secoli come bambù, yucca e cactus.
Proprio nella Città Nuova si trova il Jardin Majorelle, il più simbolico. Era la dimora del pittore Jacques Majorelle, che qui piantò bellissime specie da cui trarre ispirazione per la sua arte. Dopo la morte del proprietario, Yves Saint Laurent, innamorato di Marrakech, nel 1980 acquistò insieme al compagno Pierre Bergé il giardino per poi donarlo alla città. Ora è aperto al pubblico per promuovere la causa del turismo verde.
Particolarmente degni di nota sono anche i Giardini Menara, realizzati dalla dinastia degli Almohadi, con una vasta distesa di uliveti in un’oasi di pace al centro della città.
Marrakech offre molto ai visitatori anche attraverso i suoi musei, che mostrano i diversi volti della città e del Marocco. Per gli amanti dell’arte tradizionale e popolare, sono imperdibili: il Museo Dar Si Said, una ricca dimora di fine Ottocento nella Medina che espone i capolavori dell’arte popolare di Marrakech e dei vicini villaggi berberi; la Casa della Fotografia di Marrakech (http://maisondelaphotographie.ma) con circa 10.000 foto d’epoca che mostrano paesaggi e stili di vita d’un tempo, oltre a cartoline, negativi e una ricca biblioteca; il Museo Bert Flint, o Tiskiwin House (https://tiskiwin.com), con una vasta collezione di pezzi d’arte tradizionale e rurale raccolta dall’omonimo storico dell’arte. Per chi invece preferisce l’arte contemporanea c’é il Museo di Marrakech (http://www.museedemarrakech.ma), già noto per le sue collezioni di oggetti antichi, e la Fondazione Dar Bellarja con mostre temporanee. Ma molti sono i musei da visitare, alcuni tematici come quello dello zafferano, del profumo, delle donne e altro ancora.
Quando però il frenetico e incessante vortice di colori, traffico e commerci di Marrakech diventa stressante, è possibile allontanarsi di pochi chilometri per rilassarsi e scoprire un Marocco completamente diverso. Dalla costa atlantica che dista circa 150 chilometri alla montagna, il territorio stupisce per la diversità dei paesaggi, aridi e rigogliosi. Gli amanti degli sport all’aria aperta possono scegliere fra numerose attività come mountain bike, escursionismo, trekking, sci, senza dimenticare una gita in mongolfiera o un giro in cammello, ad esempio nel Palmaraie, una distesa di palme che può essere esplorata anche a cavallo.
I dintorni di Marrakech sono un mondo a sé, per immergersi in una natura incontaminata con incredibili spazi aperti. La città infatti è circondata dalle montagne dell’Atlante, una catena montuosa dell’Africa nord-occidentale che si estende per circa 2.500 chilometri tra Marocco, Algeria e Tunisia. Ci sono anche parchi naturali da esplorare, con le cascate che si gettano nelle vallate sottostanti, dove si formano laghi perfetti per rilassarsi.
In tutto il Marocco ci sono riserve naturali, ognuna delle quali offre paesaggi differenti e ambientazione ideali per gli escursionisti. Il più vicino a Marrakech è il Parco Nazionale ToubKal, che coi suoi 38.000 ettari di terra protetta si snoda tra le valli N’Fiss e Ourika. Una volta raggiunto il parco, al centro delle montagne dell’Atlante, la sensazione di fuga dalla città è assoluta.
Ci sono guide disponibili per condurre i visitatori verso la cima del Jbel Toubkal, il monte più alto non solo del Paese ma di tutto il Nord Africa. Lo sforzo richiede due giorni, ma una volta arrivati in cima il panorama fa dimenticare ogni fatica. La fauna selvatica include volpi, sciacalli, donnole e perfino il macaco Barbary, mentre la varietà di alberi vanta la tuia, i palmenti nani e i fichi d’india.
Il paesaggio montano intorno a Marrakech permette anche di praticare sci e snowboard. Con un’altitudine che tocca i 3.200 metri, la stazione sciistica di Oukaimeden offre tutti i servizi. Quest’area, a circa un’ottantina di chilometri da Marrakech, conta inoltre molti siti costellati di arte rupestre.
Ultimo ma non per importanza, il lago Lalla Takerkoust a 40 chilometri dalla città, un luogo incantato. Qui si possono praticare tutti gli sport acquatici, compresi le moto d’acqua, la canoa, il kayak e la vela. Non molto distante si trovano le cascate di Ouzoud, facilmente accessibili e adatte per le gite in famiglia. La vista è spettacolare, con l’acqua che precipita per un centinaio di metri dritta in un abisso. L’ennesima meraviglia di questo territorio tutto da scoprire.
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