Natale inSostenibile
Anche quest’anno Trento, città all’avanguardia nella sostenibilità ambientale, manterrà la tradizione del mercatino di Natale, ma in stile green. I banchetti dei tanti espositori, così come le luminarie, saranno interamente alimentati da energia prodotta da fonti rinnovabili (le centrali idroelettriche delle Dolomiti); saranno valorizzati i prodotti a Km 0, sia di artigianato che di gastronomia, e sarà ridotto al minimo il rifiuto residuo grazie ad una severa raccolta differenziata ed all’utilizzo di stoviglie lavabili e compostabili o edibili (piatti di pane). Il packaging sarà eliminato o ridotto al minimo con shopper di carta eco-certificata a basso impatto ambientale. Sono quindi riusciti a tenere in considerazione l’intero ciclo di vita di un oggetto, dalla produzione e provenienza, al consumo e smaltimento, passando per l’attenta scelta dei materiali e delle fonti energetiche.
La consapevolezza dell’insostenibilità ambientale di molte festività, Natale in primis, sta crescendo. Questo avviene perché, ormai, i protagonisti degli eventi sono gli sprechi che hanno trasformato il Natale da festa religiosa a festa consumistica. Dai dati di Waste Watcher, presentati in occasione della consegna dei premi Vivere a Spreco Zero, è emerso che a Natale sprechiamo soprattutto denaro (43%) e cibo (41%), ma anche carta, imballaggi (11%) e tempo (5%). Non è difficile da credere se ragioniamo un attimo sui nostri programmi dicembrini. Tutto questo spreco si traduce in un impatto ambientale inutile che, come se non bastasse, si va ad aggiungere alla già grande impronta ecologica di questa festività (sovraproduzione di oggetti inutili, spreco energetico di negozi e case, traffico costante, cibo spazzatura, scarso o nullo riciclo dei rifiuti). Come siamo finiti a questo punto? Abbiamo portato all’estremo il concetto (già abbastanza forzato) di shopping come stile di vita della società, trasformandolo da base dell’economia a reale dipendenza. Sembra che non ci sia felicità o realizzazione senza il possesso. Ogni giorno siamo bersagliati da questi messaggi perché il sistema ci vuole infelici, ovvero disposti ad acquistare sempre nuovi oggetti e/o cibi. Non dite che voi non siete così o che non ci cascate, poiché è scritto nel DNA di ognuno di noi. C’è chi lo manifesta di più e chi meno, ma, già dai tempi dell’Homo sapiens siamo collezionisti di oggetti non strettamente utili alla sopravvivenza. Da allora, se non prima, il nostro cervello complesso, alla continua ricerca di stimoli, ci ha portati a raccogliere oggetti particolari che spiccavano dal contesto per portarli a casa. Queste motivazioni evolutive possono parzialmente spiegare la frenesia che il Natale, miniera di oggetti attrattivi e inutili, suscita in noi, ma non può giustificarla! Pensare di si equivale a dire che il nostro cervello, per quanto sviluppato, sia rimasto allo stadio primitivo degli stimoli inutili, rinnegando tutto ciò che fino ad oggi lo ha formato e che da lui è stato formato (regole sociali, modelli e concetti di cultura, arte, religione). Quest’arma a doppio taglio di cui siamo muniti ci ha permesso di sopravvivere, ma ci ha anche portati verso scelte sbagliate: tra le nostre “creature” universalmente accettate, infatti, c’è l’economia che ci rende vittime e carnefici della situazione, assolutamente estremizzata, di oggi. Perché, con un cervello dotato di pensiero razionale, dovremmo subire passivamente un sistema autodistruttivo come quello attuale, per giunta creato da noi?
Vediamo, quindi, cosa possiamo fare per far prevalere la logica sull’istinto e rendere il Natale più sostenibile.
Addobbi di Natale: albero, decorazioni e luminarie sono il primo segnale che il Natale sta arrivando e, quindi, la prima cosa di cui ci si occupa. I fans dell’albero, in particolare, si trovano subito a dover scegliere tra due opzioni: abete vero o in plastica e metallo? Uno studio di Lifegate per il gruppo Reno de Medici (primo produttore italiano di cartoncino riciclato) ha comparato diversi alberi in commercio, utilizzando il metodo LCA – Life Cycle Assessment, per individuare le migliori scelte per impatto sull’ambiente. Il peggior risultato è stato raggiunto dall’abete di plastica, ovvero una struttura metallica alta 120 cm e con aghi in PVC che genera circa 21 kg di CO2 per essere realizzata. L’albero di Natale in cartoncino riciclato, invece, ha dato il risultato più basso con emissioni di soli 2 kg di CO2. Nel mezzo troviamo una serie di alternative tra cui l’abete vero che, quindi, risulta essere un’opzione migliore del corrispettivo in PVC, ma non senza delle importanti condizioni per la scelta. Questo deve sempre avere il tagliando che certifichi la provenienza, l’assenza di fertilizzanti nocivi e, ovviamente, un buon apparato radicale che ci permetta di mantenerli in vita fino al reimpianto in Natura. Per chi volesse ulteriori idee, meno impattanti e impegnative dell’abete vero, ma anche più colorate ed originali di quello in cartoncino riciclato, basta cercare online per interessantissimi spunti di riciclo. Si va da alberi realizzati con luminarie a led a strutture in legno riciclato, passando per creativi decoupage e bricolage; le mie scelte preferite ricadono su piccoli arbusti della macchia mediterranea che possono essere facilmente reintrodotti in Natura o tenuti in vaso senza sofferenze (parlo di Rosmarino, Ginepro, Corbezzolo e agrumi vari). Per quanto riguarda il resto delle decorazioni valgono più o meno le stesse regole, ovvero abolire la plastica e preferire materiali riciclati, possibilmente non usa e getta. Le luminarie possono essere mantenute se a basso consumo elettrico; i led fanno al caso nostro poiché impiegano fino all’80% in meno di energia, sono più longevi e, generando poco calore, risultano anche più sicuri per i rischi associati ad un uso prolungato. Le nuove tecnologie ci permettono anche di impostare gli orari di accensione e, per gli esterni, molte luminarie sono dotate di efficienti pannelli fotovoltaici che portano a 0 il consumo energetico.
Regali di Natale: sono il sogno e/o l’incubo che ci accompagnano nel mese di Dicembre, tra ricerca, scelta, spesa e incartamento. Molto spesso i pacchetti che ci scambiamo a Natale sono un incubo per l’ambiente a causa del contenuto che può essere bello, ma inutile o fatto di materiale non riciclabile e incartato sin troppe volte. I peggiori regali che potremmo farci sono quelli considerati chic e consistono in indumenti o souvenir derivati dal commercio illegale di animali e piante (lana di vigogna, pellicce di leopardi o tigri, ossa di cetacei intarsiate, prodotti ricavati da zanne e pelle di elefante o carapaci di tartarughe, conchiglie e coralli). Trasformiamo questa tradizione in un’occasione per scambiarci oggetti utili e che impattano poco sul nostro ambiente, già in serie difficoltà per altre nostre azioni. Partiamo dalla ricerca: aboliamo l’auto per andare in giro a fare shopping; prendete una borsa riutilizzabile e scendete a piedi, usate la bici o i servizi pubblici, in questo modo, oltre che guadagnare in salute e risparmiare denaro, vedrete meglio tutte le vetrine. Passiamo alla scelta del regalo perfetto, utile e green, pensando al tipo di persona che deve riceverlo. Per gli appassionati di natura o ai vacanzieri potete cercare tra le numerose Ecostrutture ricettive o i cataloghi di viaggi organizzati da associazioni ambientaliste. In generale, qualsiasi hobby o passione può essere coronata con un coupon da sfruttare in qualsiasi momento dell’anno. Con un cesto regalo, pieno di cibo bio di qualità e a km 0, non si sbaglia mai; molti i negozi certificati che li vendono in questi giorni (NaturaSì ha il packaging 100% riciclabile di cartone e truciolato). Di oggetti che diminuiscono la nostra impronta ecologica sul pianeta ce ne sono molti e per tutte le tasche: elettrodomestici di classe A+++, bicicletta, caraffa filtrante, cover per smartphone 100% biodegradabili (iNature), borraccia, set posate da viaggio in alluminio o bamboo, shopper in cotone ecc. Per i bambini non è Natale senza giocattoli e, purtroppo, qui diventa meno facile trovare linee ecologiche, ma non è assolutamente impossibile. Per esempio il wwf ha da tempo in commercio dei giochi da tavola realizzati in materiale riciclato, privi di alcuna sostanza tossica (spessissimo presenti nelle plastiche utilizzate in grandi catene produttive che massimizzano i guadagni, abbassando la qualità) e, soprattutto, educativi: dama e scacchi, quattro in linea, jenga, domino e memo sono solo alcuni dei grandi classici riproposti con successo. Ora è addirittura possibile regalare tigri, orsi polari, orango, lupi o qualsiasi altra specie a rischio, come? Con un’adozione a distanza del wwf che rilascia un attestato di piccolo Eroe della specie, un album da colorare e, soprattutto, un peluche di qualità da abbracciare. Lush può risolvere gli ultimi doni che sono rimasti sulla vostra lista, con prodotti per la cura personale a base di sostanze naturali e privi di packaging (shampoo e balsamo solidi, bagnoschiuma a saponetta, scrub, creme, trucchi, profumi ecc). Per gli artisti del riciclo arriva l’ultima tendenza dagli Stati Uniti, l’upcycling, che trasforma vecchi oggetti in qualcosa di nuovo. Coronate il tutto con un impacchettamento eco, usando giornali, spago e frutta secca o vecchi spartiti, pagine di libri, stoffa o carta da regalo, solo se certificata FSC, mai più plastica luccicante.
Pranzo di Natale: abbattiamo costi, impatto e sprechi prestando attenzione alla scelta del menù e alla quantità, alle stoviglie che utilizziamo ed al corretto smaltimento dei rifiuti. Manteniamo le tradizioni con cibi locali di stagione e diminuiamo le quantità di carne, soprattutto quella rossa (1kg di manzo genera 643kg di CO2, 1kg di agnello=749kg CO2; il totale supera le emissioni di un passeggero che vola da Londra a New York!). Cerchiamo le certificazioni di produzione per cibi sani e poco impattanti, ma soprattutto non buttiamo il cibo avanzato, ma riutilizziamolo per evitare che le risorse impiegate per produrlo vadano sprecate (su oneplanetfood.info, nella sezione Ricette verdi, trovate tante idee per riciclare gli avanzi e imparare ad utilizzare ogni parte degli ingredienti). Potete trovare altre informazioni e consigli per un’alimentazione sana e sostenibile su: https://www.imperialbulldog.com/2016/11/01/sano-per-te-sostenibile-per-lambiente/ .
Se pensate che un’organizzazione del genere sia impossibile, vi sbagliate poiché quest’anno la mia famiglia, molto numerosa, abbraccerà il suo primo Natale 100% sostenibile, dalle decorazioni ai regali, fino al cibo. Credetemi, superato lo scoglio di un Santa Claus ecosostenibile, la strada è tutta in discesa.
Per approfondire:
- https://www.researchgate.net/publication/230703161_Non_utilitarian_objects_in_the_Palaeolithic_emergence_of_the_sense_of_precious
- https://www.theguardian.com/commentisfree/2015/dec/22/festive-christmas-meal-long-haul-flight-meats-damaging-planet
- https://www.corriere.it/ambiente/17_dicembre_11/feste-alle-porte-piu-ecologico-albero-natale-vero-o-di-plastica-finto-1a505052-de5d-11e7-b187-5e2bcfb79ac2.shtml
- https://www.ildolomiti.it/societa/2018/trento-dai-piatti-di-pane-alle-stoviglie-lavabili-sara-un-mercatino-di-natale-a-basso
- https://www.wired.it/lifestyle/design/2018/03/06/upcycling-fenomeno-pianeta/
Grazie per l’informazione e la sensibilizzazione che porti, e portate, avanti.
Questa lettura è un vero e proprio regalo di Natale!
Grazie a te per averlo “spacchettato”. E’ un regalo che tutti noi dovremmo ricevere ed usare… 😉