Città verdi: le migliori destinazioni green

Singapore

Ci sono città belle da visitare e basta, e città belle da visitare e green. Molte infatti si stanno impegnando sempre più non solo per preservare le aree verdi, ma anche per incrementarle migliorano la qualità di vita. In questo modo possono offrire non solo agli abitanti ma anche ai  visitatori un’esperienza più sana nel rispetto dell’ambiente. Vale sempre la pena ricordare ad esempio l’importanza degli alberi in un contesto urbano, dal loro aiuto per regolare le temperature estreme alla tregua naturale che offrono da traffico, rumore e inquinamento. Abbiamo quindi la possibilità di selezionare per i nostri viaggi città con una visione verde nel vero senso della parola.

In quest’ottica una valida meta è sicuramente Lisbona, nominata Capitale verde europea 2020. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno dalla Commissione europea alla città che ha realizzato ambiziosi obiettivi in tema di salvaguardia ambientale e sviluppo sostenibile (in precedenza sono state premiate Nijmegen, Essen, Lubiana, Bristol, Copenaghen, Nantes, Vitoria-Gastiez, Amburgo e Stoccolma).

Lisbona negli anni ha fatto passi da gigante, dimostrando che protezione dell’ambiente e crescita economica possono andare di pari passo. Ad esempio, sta adottando misure per limitare l’uso delle auto e dare priorità ai pedoni, alle bicicletta e ai trasporti pubblici. Nel 2017 ha lanciato un progetto di bike sharing con una flotta composta per due terzi da biciclette elettriche, incoraggiando il ciclismo visto il suo territorio collinare. Sta inoltre promuovendo veicoli a carburante alternativo, con oltre 500 di punti di ricarica per veicoli elettrici in tutta la città.

La capitale portoghese si impegna a proteggere e migliorare le sue aree verdi e il Parco Monsanto, per il quale ha ricevuto la certificazione di gestione forestale sostenibile, ne è la prova concreta. Ha inoltre in programma di collegare le aree naturali con il corridoio verde di Vale de Alcantara, con nuovi spazi in cui la fauna selvatica possa prosperare.

© Treepedia

Per scegliere la meta green che fa anche al caso nostro c’è anche Treepedia (http://senseable.mit.edu/treepedia), un sito interattivo lanciato nel 2016 dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology di Boston) in collaborazione col World Economic Forum. Vengono utilizzati i panorami di Google Street View chiamati “Green View Index” (GVI), per misurare e confrontare la densità della vegetazione in numerose città di tutto il mondo. Dalle dieci iniziali si è passati a circa trenta, e l’ampliamento è costante. In parole povere, Treepedia permette di controllare “lo stato di salute verde” di una metropoli, basta guardare le mappe interattive sul sito per farsi un’idea.

Al momento la città più verde della lista è Tampa, negli USA, col 36% di GVI. Non è certo la prima meta statunitense che viene in mente, ma potrebbe essere una valida alternativa alle città più turistiche.

Siamo in Florida, lungo le sponde della baia di Tampa che sfocia nel Golfo del Messico. Il territorio è perfetto per fare attività circondati da una natura selvaggia fra insenature serpeggianti, mangrovie, isole, percorsi paludosi da scoprire in canoa e kayak. Ci sono poi chilometri di sentieri per escursioni a piedi e in bicicletta, spiagge, sorgenti di acqua dolce e migliaia di acri di estuari marini naturali. Inoltre, il fiume Hillsborough che attraversa la città si snoda in un parco di 6.500 ettari in cui osservare uccelli, tartarughe e alligatori.

Oslo -Ekebergparken CH / © VisitNorway.com

Ma se Tampa è troppo lontana, ci sono città europee che spiccano con una percentuale di verde elevata. La prima è Oslo, e non stupisce sia stata nominata Capitale Verde Europea 2019 per il suo impegno nella conservazione delle aree naturali e nella riduzione dell’inquinamento. La vibrante capitale norvegese negli ultimi anni ha visto importanti progetti di costruzione, ma ha sempre puntato alla sostenibilità e a mantenere intatta la rigenerante vicinanza alla natura. Gode infatti di una posizione geografica invidiabile, tra il fiordo di Oslo e la foresta di Oslomarka. Così a solo poche fermate di metro dal centro si possono fare escursioni a piedi e in bicicletta, andare a sciare in montagna, prendere un traghetto (o il kayak) per passare da un’isola all’altra.

Inoltre, Oslo sta per ricevere la certificazione di Destinazione Sostenibile, un marchio di qualità dato alle località che lavorano in modo sistematico per ridurre l’impatto negativo del turismo. Entro il 2030 la città vuole ridurre del 95% le emissioni. Già oggi molte zone centrali sono senza traffico, e l’efficiente rete di trasporti pubblici la rende interamente accessibile senza auto. Il lungomare, un tempo occupato da binari ferroviari, autostrade e container, ora conta sentieri per pedoni e ciclisti, e numerose spiagge.

Singapore

Se si cerca qualcosa di più esotico, la città-stato di Singapore nel Sud-Est asiatico è tra le mete più verdi secondo Treepedia, con il 29,9% di spazio verde. Questo dato può stonare una volta giunti a destinazione – fra i principali centri finanziari del mondo – è una metropoli ultra moderna con una densità di popolazione assai elevata. Ma molte sono le sorprese che riserva: Singapore si trova su un’isola all’estremo sud della penisola malese vicino all’equatore e, nonostante la forte urbanizzazione, vanta riserve forestali e naturali che occupano il 23% del territorio.

Un fiore all’occhiello sono i Giardini Botanici di Singapore (https://www.nparks.gov.sg/sbg), che con 74 ettari sono il secondo giardino botanico al mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Al suo interno c’è il National Orchid Garden, con una collezione di oltre 6.000 tra piante e orchidee.

Per andare alla scoperta degli spazi verdi di Singapore ci sono i cinque circuiti del Park Connector Network (PCN), molto amati dai cittadini per passeggiare, fare jogging, andare in bicicletta o pattinare lungo sentieri panoramici e corsi d’acqua.

Vancouver – Tourism Vancouver / © Albert Normandin

Che le città canadesi fossero particolarmente verdi invece ce lo potevamo immaginare. La densità della vegetazione di Vancouver secondo Treepedia raggiunge quasi il 26%. Costantemente annoverata fra le città più vivibili del mondo, ha temperature miti rispetto allo standard canadese grazie alla sua posizione sulla costa del Pacifico. Definita da “The New York Times” come una Manhattan con le montagne, è una città in cui ovunque si posi lo sguardo ci sono alberi o acqua. In inverno basta mezz’ora per raggiungere le piste da sci, e in estate si può prendere il sole in spiaggia. Ma non solo, Vancouver annovera un parco di ben 400 ettari a un passo dal centro, lo Stanley Park. Fra i più grandi parchi urbani del globo, con circa 500.000 alberi di cedro, abete e cicuta, è costituito per gran parte da foreste secolari e offre sentieri escursionistici, spiagge e giardini.

 

Andiamo ora dall’altra parte del mondo, a Sydney, la più famosa città dell’Australia che solo a nominarla fa pensare alla natura selvaggia. Sydney spicca non solo per i suoi giardini, ma anche, e soprattutto, per le sue spiagge. Ne conta più di cento, dalle baie e le insenature tranquille fino alle affollate spiagge per il surf. La più nota non solo in città ma in tutto il Paese è Bondi Beach, a pochi minuti dal centro. La sua piscina oceanica, Bondi Icebergs, è stata giustamente immortalata da milioni di scatti. Gordons Bay invece è una piccola gemma nascosta, sede di un percorso naturalistico sottomarino a 500 metri di profondità tra varie zone di barriera corallina, sabbia piatta e foreste di alghe.

Sydney / © Royal Botanic Garden

Il polmone verde di Sydney invece è il Royal Botanic Garden (https://www.rbgsyd.nsw.gov.au), una vera e propria oasi per ammirare alcune piante autoctone australiane. È possibile osservare uccelli, rettili, insetti, ragni, pesci e anguille, volpi volanti e opossum.

Per gli amanti della montagna, a un paio di ore da Sydney c’è il Blue Mountains National Park. Ad accogliere i visitatori, oltre alle formazioni rocciose che portano il nome di “Three Sisters”, un milione di ettari di foresta con alberi altissimi, scogliere di arenaria, cascate e “bushland” (boscaglia o prateria locale) dove fare mountain bike, discesa a corda doppia e trekking.

Non mancano poi città più grigie che si ingegnano per portare sempre più verde fra grattacieli e strade asfaltate, come New York.

Nella primavera 2021 è prevista l’apertura di Little Island (https://littleisland.org), 10.000 metri quadri di parco galleggiante, ancorato tra le acque del fiume Hudson e raggiungibile da ponti pedonali. Un’oasi urbana con sentieri, prati e oltre cento specie di alberi, piante e fiori. Little Island sorgerà davanti a Chelsea, quartiere molto trendy nella parte ovest di Manhattan, e verrà sorretto da oltre 130 pilastri di cemento armato. Il progetto è della coppia Barry Diller e Diane von Fürstenberg, e costerà 250 milioni di dollari raccolti attraverso la loro fondazione.

New York non è certo nuova alla riqualificazione urbana in ottica green: un esempio è la High Line, un parco con giardini pensili, costruito nei primi anni 2000 su una linea ferroviaria sopraelevata per il trasporto merci nella zona del Meatpacking District, sempre a Manhattan.

Liuzhou Forest City / © Stefano Boeri Architetti

Ma il futuro che si prospetta è quello di una nuova generazione di architetture che punti a combattere il cambiamento climatico. Un esempio perfetto è la Cina, le cui città sono spesso in prima pagina per gli alti livelli di inquinamento e sovrappopolamento. Un progetto elaborato da uno studio italiano (Stefano Boeri Architetti, https://www.stefanoboeriarchitetti.net, lo stesso del Bosco Verticale milanese per intenderci) prevede la costruzione della Liuzhou Forest City. Sarebbe la prima Città Foresta al mondo: un organismo urbano dove uffici, case, alberghi, ospedali e scuole sono quasi interamente coperti da una ricchissima vegetazione. I 30.000 abitanti potranno convivere con circa 40.000 alberi e 1 milione di piante appartenenti a più di 100 specie. Funzionerà come una grande macchina sostenibile: sarà infatti in grado di assorbire ogni anno circa 10.000 tonnellate di CO2 e 57 tonnellate di polveri sottili, producendo al tempo stesso circa 900 tonnellate di ossigeno.

Liuzhou Forest City / © Stefano Boeri Architetti

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